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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

10/05/17

Obama incassa l’incredibile somma di 3.2 milioni di dollari per mezza giornata a Milano: chi ha pagato, i contribuenti?




Scandaloso: Barack Hussein Obama va a Milano ed incassa per una mezza giornata di speech al Chips&Seed, evento organizzato a latere di Expo ormai concluso, l’incredibile somma di 3.2 miloni di dollari! Più di quello che incassa in USA, normalmente 400 mila dollari per ogni intervento, quasi una fee fissa come da prassi della Clinton Foundation.
In Italia invece incassa 8 volte tanto. In fondo non c’è da stupirsi: in un Paese – l’Italia – dove i giudici costituzionali ed il Presidente della Repubblica prendono pensioni che sono un multiplo di quello che sono gli emolumenti del Presidente dello Stato più importante del mondo questo scandalo di Obama andato a parlare a Milano da privato cittadino per una montagna di soldi conferma semplicemente la regola. Con buona pace di chi dice che in Italia bisogna tagliare i costi (bisognerebbe iniziare da chi prende tantissimi soldi, che dite?).
Ma, chiediamoci, perchè Obama è stato pagato così tanto in Italia, molto più che negli States ed in qualsiasi parte del mondo? E per di più in un momento di profonda crisi nazionale, contingenza che dovrebbe spingere tutti – prima di tutto lo Stato, che oggi chiede enormi sacrifici ai cittadini – a tagliare costi evitabili. Se sono soldi pagati dai privati, nessun problema. Se invece fossero soldi pubblici….
In relazione al motivo di cotanto dispendio, la prima risposta che mi verrebbe in mente è per permettere a Renzi di fare sfilata, vedasi il nostro pezzo di ieri. E – vedasi il sempre informato Dagospia – se andiamo a ben vedere chi aveva stilato la lista degli invitati all’evento, il tutto è dovuto passare per la verifica dell’Ambasciatore USA a Roma che ha espressamente richiesto la presenza di Matteo Renzi all’evento, ambasciatore che per inciso sarebbe dovuto esser sostituito da tempo dopo l’avvento di Donald J. Trump (ciò non è accaduto nel bailamme dei primi 100 giorni trumpiani alla presidenza in cui l’inquilino della Casa Bianca ha dovuto subire un attacco concentrico). Speculazioni, anche se i fatti ci indirizzerebbero come sopra indicato.



Ma il punto è un altro: chi ha pagato ben 3.2 milioni di dollari per l’intervento di Obama a Chips&Seeds? E soprattutto, sono soldi pubblici visto che l’evento era legato al fu Expo milanese? Se si, qualcuno dovrà giustificare questo spreco, l’Italia sta traballando ed il prossimo anno rischia di arrivare la Troika e c’è gente che si permette di elargire fees che non sarebbero state pagate nemmeno nei ricchissimi States ad un ex presidente!
Ed in più, si noti, è chiaro che un’Italia che supporta Obama è per definizione contro Trump: qualcuno vuole forse farci litigare con gli USA di oggi, Usa che sono rappresentati dal presidente in carica e non dall’ex…
Chi scrive, lo sapete, è assolutamente pro USA, ho ricevuto numerose critiche per il mio schieramento, che non ho mai rinnegato. Per varie ragioni non sto a spiegarne i motivi in questa sede. Ma essere pro USA, per quello che è stato fatto a favore dell’Europa e dell’Italia dopo una disastrosa guerra mondiale persa, non significa essere a favore di Obama in quanto oggi egli non rappresenta gli States ma sè stesso (tiene famiglia anche lui): a me interessa il rapporto istituzionale e gli USA sono a buon titolo coloro che per 75 hanno difeso Roma dalla protervia di Francia e Germania, precisamente la patologia che il Belpaese sta patendo oggi con la sua crisi da austerità euroimposta.
Ovvero, gli USA non hanno amici, ma interessi, come ebbe a dire H. Kissinger: dunque, dichiararsi oggi a favore di un ex Presidente – Obama – che, dopo la caduta di Comey come capo dell’FBI, rischia per altro moltissimo in termini di reputazione oltre ad essere nemico dichiarato di Trump, significa semplicemente NON fare gli interessi americani e dunque per l’Italia mettersi nei guai seri.

Per questa ragione è impellente comprendere se la decisione di invitare Obama sia derivata da indirizzi pubblici (anche tramite finanziamenti all’ente presieduto da Gualtieri) o, peggio governativi o ex governativi. E soprattutto va capito se i soldi pagati ad Obama siano – magari indirettamente – soldi dei contribuenti via finanziamento all’Expo, un’indagine è d’obbligo.
Senza dimenticare che, a partire dal golpe del 2011 per terminare con lo scandalo delle ONG basate a Malta oltre che nell’attacco degli interessi italiani in Libya, Obama è stato causa di enormi danni agli interessi degli italiani: con tale tragica premessa oggi gli vengono addirittura elargiti compensi record a livello mondiale, pazzesco (anche gli inglesi si stupiscono, vedasi articolo di The Express in cima all’articolo). Va detto che è anche colpa sua se oggi la cittadinanza italica sta soffrendo le pene dell’inferno contro gli austeri franco-tedeschi interessati a mettere le mani sugli assets della Penisola, paesi che, sembrerebbe, avevano l’accordo di Obama per sostituirsi a termine agli USA in Europa (così si spiegherebbe il motivo dell’abbandono obamiano dell’Italia a livello strategico, contrariamente agli indirizzi consolidati).
Contingenza di cessione di indirizzo strategico da Washington a Parigi-Berlino che, fin quando non me lo confermano chiaramente, chi scrive osteggerà – con la penna – fino all’ultimo.
MD

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fonte: https://scenarieconomici.it 

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