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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

14/05/16

C' era una volta l' Italia. Chi vuole annientare gli Italiani ? perchè il governo non aiuta i suoi cittadini ?


C' era una volta l' Italia. Chi vuole annientare gli Italiani ? perchè il governo non aiuta i suoi cittadini ?


Dalle profezie di Nostradamus :

Sarà invasa e finirà in un gigantesco maremoto: 
Oh, vasta Roma, la tua rovina si avvicina. 
Il tuo male è prossimo. 
Sarai prigioniera per più di quattro volte. 
Piango per l'Italia. Sarà distrutta da un terremoto e da bombe: 
fuoco del centro della terra...
la farà tremare. 
Finché due potenze fanno la guerra 
per lungo tempo. 
Il cielo arderà a 45 gradi. 
Il fuoco si avvicina... 
la gran fiamma salterà subito.


C' era una volta una nazione chiamata Italia, i suoi abitanti gli " Italiani" venivano invidiati da tutti gli altri per l' enorme quantità di opere d' arte, per il loro cibo, per le loro usanze e tradizioni, per il loro gusto nel vestire, per lo stile di vita, per il loro sorriso contagioso, per la loro musica, per la loro longevità, per il loro senso della famiglia...

ed ora invece assistiamo al declino quotidiano...

Partiamo dal decremento delle nascite, per arrivare a una notizia shock, in Italia un milione di Bambini è a rischio povertà, lo rende noto Save The Children  La poverta' economica colpisce piu' duramente i bambini del Sud e riguarda ormai oltre 1 milione di minori in tutta Italia, mentre 3 milioni e 500mila sono a rischio di poverta' ed esclusione . E' quanto denuncia il rapporto 'La Lampada di Aladino-L'Indice di Save the Children per misurare le poverta' educative e illuminare il futuro dei bambini in Italia. in tutto questo ci troviamo a sentire esternazioni pazzesche da parte di Laura Boldrini che sembra voler a tutti i costi il degrado del nostro paese, sembra cercare l' olocausto di noi poveri fessi nati in questa splendida terra, grazie ad una politica scellerata da parte del PD e SeL ormai ci troviamo emarginati in casa nostra, ci troviamo ad essere governati da una nuova categoria di politici che assomigliano più ad orchi cattivi che alla classica figura del "buon padre di famiglia", nessuno vuole più incentivare le nascite, nessuno vuole più sostenere la famiglia tradizionale anzi... si da sempre più spazio a comportamenti discutibili dal punto di vista etico e morale, addirittura si cerca di cancellare le parole Madre e Padre con genitore 1 e 2 nei documenti ufficiali, si tende ad "educare" i più piccoli nella scuola, quasi che fosse una vergogna essere normali sotto tutti i punti di vista, poi se qualcuno sostiene i valori a cui è stato educato, quelli della famiglia sana, la famiglia tradizionale ecco in agguato la parola "omofobo" a far passare chi crede in questi valori per una specie di Kapò, per non parlare poi dell' invasione in corso, apprendiamo oggi che dall' inizio dell' anno vi è stato un incremento dell' 823% degli arrivi di clandestini sulle nostre coste, clandestini e non migranti come li si vuole far passare per indorare la pillola, si spendono 300.000 € ogni giorno in questa operazione scellerata " Mare Nostrum " risorse in cui lo stato impiega la propria Marina Militare per farsi invadere, una situazione kafkiana veramente assurda se poi paragonata alla situazione in cui si trova la maggioranza delle famiglie Italiane, una situazione che ci ha riportato indietro di anni per il potere d'acquisto, e non per i beni di lusso ma per la sopravvivenza quotidiana, per il cibo, sembra quasi che si voglia favorire l' islamizzazione della nostra Patria, sembra quasi che si voglia far scomparire l' Italianità, un esempio viene dai dati dell' Olanda, nel 1971 vi erano circa 54.000 musulmani, nel 2007 sono arrivati ad un milione ( il 6 % della popolazione ) oggi nelle quattro maggiori città Olandesi il nome più comune tra i bambini è Mohammad. Spariranno da noi Giuseppe e Maria ?
Perchè tutte queste risorse non vengono destinate a chi cittadino Italiano ne ha bisogno ? perche Renzi e i suoi degni compari continuano a pensare agli estranei e non al proprio popolo ?
Di questo passo presto i nostri eredi si troveranno in minoranza nel proprio paese, magari soggetti a usi e costumi a noi totalmente estranei, a non poter mangiare una sana fetta di prosciutto o a non poter andare le donne vestite in gonna per strada,a non poter indossare bikini in spiaggia, ma magari costrette al burqa, a non poter festeggiare i Santi Patroni come oggi accade in tutti gli abitati, dal più piccolo comune alla Capitale, aveva ragione Oriana Fallaci...

Non tacciateci ora di essere razzisti se pensiamo prima ai nostri concittadini, ma di questo passo il declino e la scomparsa del nostro patrimonio culturale e genetico si avvicina inesorabile, se non si fa qualcosa di serio a difesa e tutela della nostra identità.... scordatevi gli Italiani, essi saranno studiati come fossili e non in tempi lontani...

Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello

Purgatorio canto VI 
Dante Alighieri 

Boldrini e Cirinnà: svanisce la dignità


 
Monica la grande e Laura la dotta. Guai a chiamarle sante, loro. Le laicissime condottiere ce l’hanno fatta, spinte da Matteo il piccolo, Maria Elena la casualmente in politica e tanti altri. Approvate le Unioni Civili, e insieme, istituita la nuova – l’ennesima – caccia alle streghe: la Commissione di studio su intolleranza, xenofobia, razzismo e odio.
Oh, che bella sinistra! E che incisività, neanche quella di Enrico Berlinguer. Ha vinto lei, direte voi, e invece no – talmente ubriaca di propaganda, vogliosa di farsi ricordare dalla storia che, in un colpo, ha dimenticato tutto per fare spazio al resto: disoccupati (nuovi e cronici), fabbriche, democrazia e diritto al voto, pensioni, operai, lotta sociale, articolo 18. Tutto sparito per giocare a fare Dio, sognando di cassarlo dalle più intime abitudini -: ha vinto il PD, la sua sete di egoismo ideologico e i gruppi sociali che gli orbitano attorno.
I nuovi bravi, i nuovi mostri e la lega dei buoni contro l’odio, il Babau, la cellulite, i grassi insaturi e i pensieri cattivi
(In foto, la madonna dei migranti velata)
Ecco le parole chiave, per loro ammissione: Antisemitismo, Islamofobia, Antigitanismo, Sessismo, 
 Omofobia, tutto il resto è noia o almeno non costituisce odio, né razzismo. Miei cari terroni, miei cari polentoni, sotto a chi tocca. Quelli del centro scelgano chi odiare. Quando la parte peggiore di noi, da sempre esistente, come il razzismo o la violenza, non si combatte più col buon senso, con la primaria educazione familiare, con l’intelligenza, bensì con gli osservatori.
Comunque vada, segnatevi quelle parole. Saranno la priorità assoluta, laddove l’istituzione c’è, forte e presente. Saranno la nuova Bibbia laica, la nuova battaglia. La più grande. Nostra signora della tolleranza, della fragilità umana e dei pacificissimi osservatori contro il male, per nulla maliziosi, Laura Boldrini da Macerata, ne ha messo in piedi un altro. Si è svolta il 10 maggio la prima riunione, alla Camera dei Deputati, della Commissione di studio su intolleranza, xenofobia, razzismo e odio, istituita dalla presidente della Camera dei deputati Laura Boldrini. Tutto molto giusto, ma non si pensa di esagerare un attimino?
Ormai manca solo la lega dei buoni contro il Babau, Hitler, le scottature estive e i grassi insaturi, affiancata dalla commissione contro la cellulite.
Preparare il terreno per il futuro. Ci risiamo. Dopo la creazione di un gruppo di esperti per il “linguaggio di genere” presso il Dipartimento per le Pari Opportunità con il compito “di sensibilizzare la società sull’uso corretto della lingua italiana in un’ottica rispettosa di entrambi i generi”, ecco un’altra trovata istituzional/corretta.
Nel tentativo di creare i nuovi buoni e, soprattutto, i nuovi mostri, sorge spontanea una domanda: nell’epoca della relativizzazione di qualsiasi cosa si muova, in un momento di assoluta rivalutazione etica dei significati, razzismo cosa significa? E odio? Attenzioni miei cari estremisti della libertà a dilatare il senso di ogni cosa, magari per garantirvi la credibilità ideologica e politica, la cosa potrebbe sfuggirvi di mano. La coperta è sempre troppo corta. Cos’è oggi razzismo? La parolaccia, il gesto discriminatorio, una deformazione della villania? Perché se stiamo parlando anche di un atteggiamento di intolleranza, di trascuratezza verso i propri cittadini sovrani e i loro bisogni – impellenti in questa porzione di storia – di inversione delle preferenze, confuse tra quella nazionale e quella non nazionale, ad esempio, le categorie individuate dai salvatori dell’universo (Antisemitismo, Islamofobia, Antigitanismo, Sessismo, Omofobia) si allargano. Equità di diritti, sì, ma con priorità nazionale. Integrazione che non significa sostituzione. Del resto il rispetto dell’altro si estende naturale quando c’è una condizione di serenità sociale e non di scontro.
Vaglielo a spiegare al giovanotto che si fa un curriculum così, col portfolio pieno e il portafoglio vuoto – o al 35% nazionale dei giovani disoccupati -, ma non solo ovviamente.
Allora non siamo paraculi. Se dobbiamo estendere il senso primario di razzismo perché i tempi dilatano i significati, bisogna farlo. Un sistema Stato capacissimo di controllare, alla Orwell, e reprimere i nuovi razzisti eppure incapace di creare condizioni per cui l’odio non venga a generarsi. Assente, evanescente, moderatissimo.
Quanto costerà (anche) questo nuovo baraccone ideologico/istituzionale – formato da “un deputato per ogni gruppo politico: Milena Santerini, Paola Binetti, Giuseppe Brescia, Elena Centemero, Stefano Dambruoso, Florian Kronbichler, Giovanna Petrenga, Pino Pisicchio, Barbara Pollastrini, Barbara Saltamartini. Dalle organizzazioni: Amnesty International Italia, Arci, Associazione 21 luglio, Lunaria, Carta di Roma, Consiglio d’Europa, Cospe, Human Rights Watch, Istat, Unhcr, Fidr. Dagli esperti, quali il linguista Tullio De Mauro e i sociologi Ilvo Diamanti e Chiara Saraceno” – che fa tanto Stato moderno, ultrasensibile e col cuore grande così?.
Unioni Civili. Diritti per tutti e addio al vecchio mo(n)do. Risolto il vero, grande problema del Paese, adesso possiamo pensare anche ad altro?
La modernità snatura. Famiglia, matrimonio, spiritualità. Ogni istituto fondamentale di questa civiltà verrà scompaginato e riorganizzato a seconda delle necessità contemporanee di un certo gruppetto di uomini e donne. O di uonne, o di domini. Vai a capire cosa riserverà il domani.
Unione civile. Diritti (alla meta). E allora diritti siano. Voglio il diritto di sentirmi svincolato dalla vita quando si fa meno conveniente, come un’offerta telefonica, senza dover pensare a Dio. Voglio il diritto di vedere sposare quel mio vecchio zio campagnolo con la gallina che accudisce da una vita. E sia allora. Sia per tutto. Sia per la poligamia, per la zoofilia, sia per il diritto di un uomo adulto di sposarsi con un Panda, sia per l’istituzione della trombamicizia. Sia e voglio che tutto questo venga riconosciuto per legge, ci sia un istituto, una regolamentazione e una festa. Sì, grandissima. La Fontana di Trevi ha già i colori arcobaleno. Dall’elegante imponenza della Capitale, a puttana di marmo, ogni volta con una parrucca diversa. Questa volta è multicolore. Arcobaleno. Monica è contenta. Gli attivisti gay intonano “Vittoria” proprio innanzi la storica fontana romana, anche quelli che erano sposati da anni senza esserlo, per amore. I nazifasciocristomoralisti intergalattici hanno perso. È felice Maria Elena, trentacinque anni, ministro. Sono felici Vladimiro (Guadagno) e Paola (Concia). Che bello, ora le darà un bacio col rossetto, così le ha detto esultando. Crepata la destra, fottutamente incancrenita nel suo periodo feudale, scioccamente stordita la Chiesa, fiera la sinistra, che gode: abbiamo fatto la storia. Abbiamo fatto la nostra storia. Abbiamo dettato la moda. Paese cattolico, Papa moderno, migrante tra i migranti, chic tra i conservatori, fascisti ovunque, ovunque tra chi non la pensi come noi. Una morale da estirpare, una nazione da educare, un’identità da annientare, passo dopo passo, abbattendo i confini geografici, spirituali, valoriali. Una prossimità con la più antica natura umana tradizionale da sputtanare in nome del progresso. L’importante è appagare un’incontenibile sete di egoismo ideologico. Unioni civili e il diritto è fatto. Non ci sarà l’obbligo di fedeltà. Vuoi divorziare? C’è il divorzio breve. Contrattualizzare l’esistenza. Tacito accordo di convivenza. E così va l’italia in attesa che l’unione tra un pène e una vagina sia fuorilegge, sia roba vecchia. In attesa di abolire anche il matrimonio eterosessuale che tanto già va a finire che si abolisca da sé.
Non per la possibilità di conferire diritti civili a dei cittadini italiani, ad esseri umani ponderanti ed esistenti. Quanto per la devastazione della tradizione e la ricostruzione ideologica. Arrenditi giovane coppia che vuoi figliolanza! Per te, vedremo se spazio c’è.
Come scrissi, riscrivo.
Due persone dello stesso sesso si uniscono, un Dio neanche lontanamente contemplato, il dindarolo dei voti si riempie, le aziende fuggono, la produzione stagna, il degrado, in lungo e in largo, aumenta, per i ventotto/trentenni prendere un mutuo, fare un figlioletto è quasi un sogno; i ladri entrano in casa e, fintanto che non lo fanno a mano armata escono di galera dopo due giorni – e se li becchi, gira che ti rigira, fai la fine di Ermes Mattielli, scoppiato di crepacuore – le tasse aumentano, i droni partono, il nemico ascolta, le partite iva s’impiccano, io sarò banale ma tutto lo stivale è ammantato da tanto ammmore arcobaleno.

Ora sì, adesso siamo un Paese civile e moderno, libero. Eh sì…

di Emanuele Ricucci - 12 maggio 2016

13/05/16

Marò: Luigi Di Stefano, “grazie al mio intervento la Ue scrive all’India”

 

 

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Bruxelles, 12 mag – “Egregio Signore, La Presidente, come preannunciato, invierà 2 lettere rispettivamente all’Ambasciata indiana presso l’Unione Europea e alla Delegazione Interparlamentare Ue – India. Cordialmente, la segreteria 
Commissione per le petizioni”.  Queste poche righe confermano che la mia audizione del 19 aprile scorso alla Commissione Petizioni del Parlamento Europeo continua la sua strada e arriva, tramite le istituzioni comunitarie, direttamente all’India. Il Presidente Cecilia Wikistrom lo aveva detto alla fine dell’audizione ma, abituato alle prassi italiane (Verba Volant…), una volta atterrato a Fiumicino e rientrato nell’atmosfera di casa stentavo a crederci. Una presentazione di appena 20 slide che ha sintetizzato i risultati di quattro anni di lavoro, evidenziato l’innocenza di Girone e Latorre e le bugie indiane. Un lavoro che ha visto l’impegno di decine di persone dei gruppi Facebook pro Marò. E nonostante gli appena 5 minuti disponibili per la presentazione, potrebbe contribuire a rovesciare la situazione in ambito europeo: da “l’Italia in questa vicenda cerca compassione” (come affermò l’India al Tribunale di Amburgo il 6 agosto 2015), passiamo a “i cittadini italiani ti vengono a sbugiardare”, scoperchiando balle e boriosa protervia.
Siamo stati anni a chiedere il ricorso all’Arbitrato Internazionale (che il 30 aprile ha disposto il rientro di Salvatore Girone) e siamo stati anni a chiedere che si sollecitasse la solidarietà e l’intervento degli “europei” (i militari italiani erano in missione antipirateria in una missione Ue denominata “Atalanta”). E finora avevamo ottenuto solo una risoluzione Ue del gennaio 2015 presentata da 86 europarlamentari (50 italiani) che ai primi due punti “A)” e “B)” dava ragione all’India. E passi per gli stranieri, ma gli italiani non lo sapevano che contro i due accusati non erano stati depositati neanche i capi di accusa? Eh, ma bisogna andarci “morbidi”, non si può indispettire gli indiani, si deve lasciar lavorare la diplomazia…
Abbiamo dimostrato il contrario: a fronte delle buone ragioni anche alla Ue, c’è chi su giustizia e diritti si fa saltare la mosca al naso. Dovevamo trovare il nostro “Cicerone” in una bella e decisa signora svedese che a fronte delle istanze di un “cittadino della Ue” va a bussare alla porta dell’India: Quindi? Che facciamo? Per la miseria! Mi sono sentito per una volta “Civis Romanus Sum”, come San Paolo di Tarso che si appella all’Imperatore scampando alle false accuse dei Farisei e dei Sadducei. Non posso che ringraziare al momento la Wikstrom, che agli eurodeputati italiani che avevano “condannato” i nostri soldati ha, per il momento, dato una bella lezione.

Luigi Di Stefano - 12 maggio 2016

fonte: http://www.ilprimatonazionale.it

correlati:

http://edoardo-medini.blogspot.it/2016/04/le-prove-dellinnocenza-
dei-maro.html?spref=


https://www.youtube.com/watch?v=Xs3R0KC2feY

09/05/16

MATTEO RENZI - "Parole, parole, parole..."





La strategia del Premier è sempre la stessa e siccome sembra tra l’altro essere nato “per seguire applausi e complimenti”... con il timore che si ritrova in questo periodo, sta esibendo le sue migliori performance.
È da sempre che Matteo Renzi annuncia miliardi su questo e miliardi su quello, neanche fossimo proprietari della Federal Reserve, ma in questi ultimi tempi l’affondo è totale. Ora i risultati di tanta ricchezza, che nessuno degli italiani immaginava, sono sotto gli occhi di tutti, tanto è vero che non solo l’Europa ma lo stesso Mario Draghi e finalmente anche la Banca d’Italia e il ministro Pier Carlo Padoan iniziano a frenare su crescita e ripresa.
Del resto, la spasmodica insistenza con la quale pietiamo flessibilità all’Unione europea la dice lunga sulla realtà del portafoglio pubblico, che non solo non è gonfio come dice Renzi, ma al contrario è così vuoto da dover fare dei soldi, lo stesso che i carrarmati di Mussolini. Si promette l’eliminazione del bollo auto e in cambio si propone l’aumento della benzina, si promette la flessibilità in uscita e in cambio si taglia l’assegno così tanto da scoraggiarla. Su quest’ultimo punto poi, nel più classico stile italiano, si sta elaborando un metodo cervellotico e, tanto per cambiare, vantaggioso per le banche anziché per i poveri cristi rovinati dalla Legge Fornero.
Va da sé, infatti, che il coinvolgimento degli istituti di credito nelle anticipazioni delle pensioni finirà per garantirgli lavoro e guadagni a spese delle casse pubbliche. Per non parlare poi della promessa di riduzione delle aliquote Irpef, per far fronte alle quali si dovrà far slittare ancora, a data da destinarsi, la decurtazione dell’Ires per le aziende. Insomma, in questa ultima infornata di promesse, in vista delle amministrative e soprattutto del referendum costituzionale, il Premier ha veramente sfoderato il meglio del suo repertorio. Come sempre e come al solito è ovviamente tutto da vedere, non solo perché non c’è in realtà il becco di un quattrino, ma per il rischio che l’occhio vigile dell’Unione sui nostri conti bocci incontrovertibilmente ogni ipotesi. In fondo se fosse vera tanta disponibilità di ricchezza, la stessa con la quale il Premier va dicendo di mettere due miliardi là, tre miliardi qua, un miliardo su e uno giù, non ci sarebbe bisogno di ricorrere a soluzioni cervellotiche e complicate per quadrare i bilanci.
Come ciliegina sulla torta, poi, il Premier ha annunciato qualcosa di nuovo su Equitalia, invitando gli italiani ad ascoltare la longa manus dell’Agenzia delle Entrate. Intanto viene da ridere perché semmai Renzi dovrebbe fare il contrario, invitare cioè Equitalia e l’Agenza delle Entrate ad ascoltare gli italiani; basterebbe per questo ricordare i servizi di “Striscia la notizia” sulle continue e incredibili persecuzioni fiscali a danno dei cittadini. Ma se pure il Premier volesse finalmente annunciare qualcosa, non solo di nuovo ma di indispensabile, per come stiamo messi fra Stato e contribuenti, dovrebbe dire che è allo studio un modo ragionevole e giusto per consentire a tutti di chiudere e transare definitivamente l’enormità di pendenze fiscali in corso. Il vero problema della gente, infatti, non è avere rate o dilazioni, ma poter definire per sempre in modo sostenibile liti, ricorsi, dispute e pregressi.
Insomma, siamo ridotti male e la necessità di resettare in qualche modo l’arretrato fiscale più che un problema economico è diventato un’emergenza sociale che rischia di esplodere. Dunque, non c’è promessa che tenga per tentare di illudere aziende, famiglie, cittadini, sperando così di strappare applausi e consensi, oltretutto in un momento di quotidiani annunci di scandali, ruberie e disonestà di politica e classe dirigente. Gli italiani, per quanto pazienti, cretini non sono e siamo certi che questa volta non abboccheranno. Anzi, si faranno sentire eccome!

di Elide Rossi e Alfredo Mosca
07 maggio 2016

08/05/16

Controcorrente: la battaglia dell’ Ammiraglio De Giorgi contro i corvi e le iene

de giorgi 


Di Giovanni Giacomini – La tempesta mediatica imbastita contro l’Ammiraglio De Giorgi, che ha tenuto i riflettori artatamente accesi per una decina di giorni, producendo effetti comunque disastrosi, sembra essersi giustamente annichilita in virulenza e intensità. E’ quindi il caso di affrontare, ora, con maggiore pacatezza e lucidità, le ragioni e le logiche che hanno innescato e alimentato quella tempesta, con delle riflessioni nel merito, anche avvalendosi delle necessarie discriminanti e andando, se necessario, ‘’controcorrente’’, ma senza invasioni di campo e lasciando, quindi, a chi di competenza, il giudizio finale su quell’intricata e irrituale vicenda. Innanzitutto la variegata presenza dei corvi che, nella vicenda ‘’trivelle lucane’’, si sono scagliati contro De Giorgi, confezionando anonime seguite alle intercettazioni diffuse inopinatamente da alcuni media, per creare il caso e infangare il Capo della Marina, e di riflesso direttamente la stessa Marina Militare. La tempistica di innesco di quella macchina del fango solleva parecchi sospetti, e la cronistoria delle comparse dai corvi alle iene, merita una considerazione di fondo, in quanto sottende ad una logica ovvia quanto perversa e strumentale; in primis poiché, guarda caso, dopo oltre un lustro di investigazioni, cade acconcio alla vigilia del Consiglio dei Ministri che avrebbe dovuto nominare i Vertici della Protezione Civile e dell’AISE , fra gli altri, ( come poi avvenuto dopo circa 2 settimane…) a cui l’Ammiraglio avrebbe potuto concorrere a pieno titolo. Il secondo aspetto inqualificabile, ed al tempo stesso aberrante, è inoltre ‘’l’avviso’’ a pieni titoli da parte dei media, di essere indagato ‘’per traffico di influenze ed altro’’. Viene da chiedersi come mai quei ‘’leaks’’ dalla Procura potentina, alcuni vecchi di lustri se non di vent’anni (come il caso del Vittorio Veneto..), compaiono ora con una successione senza precedenti, e soprattutto senza che nessuno indaghi sulla loro consistenza, sulla provenienza e sulla quanto mai possibile matrice subdola. E’ chiaro che i corvi non si sono lasciati sfuggire l’occasione per togliersi alcuni sassolini o macigni dalle scarpe, altri si sono accodati per invidie recondite mai sopite, altri ancora per i successi ottenuti da De Giorgi nel suo mandato a capo della Marina. Come è possibile che il Capo di Stato Maggiore della Marina apprenda di essere indagato dai media, con ovvie infrazioni sul segreto istruttorio in concorso, e con la naturale conseguenza- voluta- di creare pregiudizio, e danni alla persona? Infatti quei corvi di diversa estrazione, con la divulgazione strumentale di quelle notizie, hanno anticipato un giudizio che solo la magistratura è tenuta a dare, ne hanno amplificato strumentalmente gli effetti con scoop verso l’opinione pubblica, arrecando un danno personale e di immagine ad una Forza Armata che ha, notoriamente, compiti assai delicati per la stessa sicurezza nazionale. Purtroppo in Italia basta che qualcuno prenda carta e penna, e invii una lettera anonima contro un personaggio, per rovinarne la reputazione e toglierlo, quindi, da qualunque possibilità di aspirare ad un incarico di livello; con l’Ammiraglio è stato fatto tanto chiasso, con infiorettature di cronaca e gossip di ogni tipo, per metterlo fuori gioco, fuori dalla cerchia dei probabili papabili a tali incarichi governativi: quei corvi sono riusciti nel loro intento, nella loro sporca battaglia, tant’è che la politica -visto il polverone sollevato- ha preferito accantonare la sua nomina. La frittata a quel punto era già fatta, con grande soddisfazione da parte di coloro che così avevano tolto dalla corsa un candidato di forte caratura e leadership, uno che ha il pregio ed il coraggio di operare con determinazione e onestà indubitabile: forse per quei posting, ci vuole gente più malleabile? Ormai la macchina del fango era partita, aveva raggiunto pieni giri, con il determinante contributo di una classe mediatica da denunciare, come giustamente ha fatto l’Ammiraglio; ma, in corsa, altri l’hanno alimentata con le anonime, e sono saltati sul carro bestiame, fra cavalli bianchi, caprette e corvi; infine sono comparse le iene pronte a sfinire gente ferita, in difficoltà. Dopo i corvi che, con accuse ‘’pompate’’, comunque da verificarne la fondatezza, si sono abbeverati alla fonte discutibile delle intercettazioni ‘’mirate e decontestualizzate’’, sono apparse quindi nella savana delle nefandezze anche le iene. Non solo quelle mediatiche (le iene) che, sulla scia della commistione e di un discutibile audience sono riuscite ad intervistare – nonostante tutto- l’Ammiraglio confezionando un servizio vomitevole , surrettiziamente orientato allo spregio dell’intervistato, eliminando le risposte pertinenti date sui vari argomenti, con un taglia e cuci degno della peggiore specie di giornalai o da segugi sciolti per il solo gusto dello scoop, a qualunque costo: poco importa se ciò significava demolire impropriamente una persona seria e onesta che ha avuto l’unica colpa di tenere saldo il timone di una grande istituzione quale è la Marina. L’attacco di quegli ‘’animali’’ sulle modifiche alle Fregate FREMM è risibile e anacronistico; se l’Ammiraglio –forte della sua esperienza operativa- si è reso conto, al loro ingresso in linea che, per rendere più efficaci tali bastimenti ideati circa vent’anni prima, c’era bisogno di alcune modifiche e adattamenti per attualizzarle nei propri ruoli, cosa avrebbe dovuto fare? Voltarsi dall’altra parte e lasciare ‘’sbattere’’ i comandanti con Navi che avrebbero avuto più difficoltà operative e logistiche (dai computer decentrati agli adattamenti ai locali di vita, ecc), a fronte di un costo di quelle modifiche che è infinitesimo (tutto da verificare…) rispetto a quello di costruzione e della valenza operativa nella vita di quelle navi? Le iene o qualche anonimo esperto hanno tentato una qualche valutazione di congruità o hanno preferito criticare e sentenziare, pur senza capirci un’acca!!??
Non basta, perché -come si sa- le iene vanno sempre in gruppo; alle prime si sono infatti accodate con un tempismo oculato altre che, deluse o sconfitte sul terreno legittimo delle scelte fatte dalla Difesa, mai digerite proprio per i successi dell’Ammiraglio nell’approvazione della Legge Navale in particolare, approfittando vigliaccamente del momento, si sono avventate sulla vittima e sui suoi successi tentato di demolirlo ulteriormente ed infangare la propria immagine, e in definitiva la stessa Marina che, a detta di costoro, aveva ottenuto ‘’troppo’’ e pure in disaccordo con i dettami del Libro Bianco (che peraltro doveva ancora essere editato!). Teste vuote, con un’infinitesima molecola di materia grigia, ma piene di livore ed acrimonia; che, prescindendo volutamente da quei compiti essenziali che la Marina con le sue capacità aeronavali, adempie con onore e disciplina, e con grande efficacia, anche per la difesa dello Stato sul mare e dei correlati interessi nazionali, viene rimesso in discussione da parte di questi detrattori da strapazzo: costoro avrebbero gradito invece un comportamento remissivo e magari accomodante, piuttosto che battersi e farsi carico delle precise responsabilità di un Capo a rappresentare con forza e coraggio le deficienze strutturali della propria FA. Se questa è una colpa, De Giorgi è colpevole di aver fatto di tutto e di più per la ‘’sua’’ Marina, ma siccome è un preciso dovere, sarebbe se mai necessario dargli una medaglia per essersi assunto l’onere insito nella funzione di Capo, con un senso del dovere che travalica, ed è miseramente sconosciuto, da quei ’’nani’’ che amano il quieto vivere ma non esporsi in progetti di alto valore istituzionale. Non è pertanto ammissibile che, vuoi per le intercettazioni opinabili, vuoi per i corvi e in ultimo per le iene, si possa demolire e infangare una Forza istituzionale dello Stato, come la Marina che è vitale per il nostro Paese, insieme a chi la dirige con passione, competenza e onestà: chi ha innescato tutto questo fango, fra ‘’leaks’’ strumentali, corvi senza scrupoli e iene opportunistiche dovrebbe pagare, non tra vent’anni secondo i tempi biblici della nostra giustizia, ma essere messo alla gogna pubblica in tempo reale.
La riflessione-constatazione più amara è che viviamo certamente in un paese del ‘’rovescio, più che del Diritto’’; se bastano illazioni fantasiose e vergognose di anonimi, e di qualche intercettazione di lungo corso non contestualizzata ma temporalmente estrapolata e propalata, (anche a prescindere dall’’irritualità delle indagini condotte), per creare una situazione paradossale nei confronti di Ministri del Governo, e – fra gli altri- di personaggi istituzionali dello spessore del Capo della Marina, Ammiraglio De Giorgi, allora il normale cittadino deve davvero preoccuparsi perché potrebbe trovarsi incastrato in una melma imprevista da cui comunque è sempre più difficile liberarsi ed uscirne pulito ed indenne. Ma se, invece, ci illudiamo, ammesso e non concesso, di vivere in un Paese democratico e liberale, garantista dell’innocenza degli indagati fino a prova contraria, com’ è tollerabile che sia buttato fango e melma su Istituzioni forti e sane come la Marina ed i suoi vertici, screditandone gli indiscussi meriti e mettendoli alla berlina e in gravi difficoltà, privandoli dei più elementari diritti fondamentali e della loro dignità, con la pelosa connivenza dei media? Visto che le illazioni e le intercettazioni vengono da lontano, e probabilmente sono chilometri di bobine registrate che necessiterebbero anni per la loro analisi e giusta decrittazione, c’è da chiedersi come mai quelle notizie così dettagliate sono state ‘’regalate’’ surrettiziamente ai media, senza minimamente informare le Autorità governative competenti. Possibile che nell’uscita dei galoppanti pre-giudizi mediatici, formati da calibrate soffiate quotidiane di comodo, nessuno si sia posto il dubbio della tempistica dell’innesco di tutto quel fango, e di quei presunti fatti costituiti da fattispecie di comportamenti penalmente irrilevanti, ma mediaticamente appetibili: è forse questo uno Stato etico, pseudo-moralista, in cui ogni cittadino è un potenziale criminale, a prescindere dalle prove? Più il tempo passa, sembra evidente che al di là di tirar dentro personaggi che c’entrano di quinta sponda o solo per caso, si è sostanziato e dato la stura ad un polverone mediatico combinato ad arte; ad oggi nello scandalo del petrolio i ‘’pozzi sono asciutti’’ e, nonostante il clamore iniziale, che aveva polarizzato le attenzioni sulle ‘’influenze a bassa gradazione’’ e associazioni di vario genere, tutto sembra rientrare nelle solite ‘’ boutade incompiute’’: mazzette non se ne vedono e i reati ipotizzati perdono sempre più consistenza. Il danno è già stato, comunque, compiuto con le dimissioni di un Ministro e con un ‘’fuori gioco o dai giochi’’ di un valido Ammiraglio: il resto è fuffa e gossip di infima categoria. Tutto è probabilmente destinato a finire come analoghe indagini promosse negli anni: una bolla di sapone, con lungaggini di ogni genere, ma con costi rilevanti per l’erario ed il cittadino. Colpire i criminali secondo le leggi vigenti, è cosa giusta, ma con tutte le tutele e le garanzie del caso, altrimenti si cade in forme di linciaggio, inaccettabili in uno Stato di diritto. De Giorgi, Capo di una Forza Armata dello Stato e la stessa Marina non possono essere demoliti moralmente comunque, tanto meno da un’indagine approssimativa che si rivela ogni giorno di più, assurda e frammista di pruriginosi gossip: l’Ammiraglio, personaggio sicuramente scomodo, merita più di una Medaglia per aver salvato con la cd. Legge Navale, lo strumento navale agonizzante, con forza e coraggio, sapendo tener ferma la barra del timone, e soprattutto con un’ammirevole quanto rara onestà intellettuale e umana, senza mai intascare un solo euro da quella presunta vicenda! ‘’Una persona di cui essere fieri ed orgogliosi’’ come ha ben detto Renzi; d’altronde basta riesaminare la sua carriera per rendersi conto di quale spessore umano e professionale si tratta: ha salvato dalla rovina il Ponte di Castel Sant’Angelo durante l’alluvione a Roma, ha meritato il titolo ambitissimo di ‘’Militare dell’Anno nel 2008’’ a livello mondiale, ha salvato in condizioni disperate quei 470 naufraghi della Norman Atlantic nel Capodanno 2014, e via dicendo: chi altro può appuntarsi il petto di medaglie vere e meritate, emblematiche di grande valore sul campo a 360 gradi? ‘’Combatta la sua battaglia, Ammiraglio’’ –come sa fare- su tutti i fronti contro le ingiustizie, i corvi e le iene; in Italia c’è bisogno di fare pulizia, di gente capace e onesta, per estirpare il marcio, ma anche per contrastare coloro che hanno torbidi interessi: in questa sua battaglia sarà supportato da molti benpensanti e garantisti, e –alla fine di questo tenebroso film- ci si auspica che possa essere valutato meritevole ancora di alti incarichi istituzionali, certamente alla sua portata. Chissà se Montanelli, nei suoi controcorrente, da grande giornalista fedele alla regola aurea ed ai principi deontologici dei media, al contrario di certi cartomanti, avrebbe cassato quelle notizie calunniose e fantasiose se non confermate, come era solito fare, anche inimicandosi l’andazzo corrente; indubitabilmente si sarebbe schierato con virulenza per i diritti sacrosanti della gente, e dalla parte giusta: quella di una Marina e del suo Capo colpiti proditoriamente da corvi, iene e sciacalli!

Di Giovanni Giacomini – 5 maggio 2016
fonte: http://www.liberoreporter.it

Caso Marò: gli errori commessi dall’Italia

La strada tracciata dell’Arbitrato internazionale nel giudicare la vicenda dei due fucilieri della Marina appare sempre più un percorso accidentato. Quando e perché il nostro Paese ha compiuto degli sbagli imperdonabili
Members of the navy security team of Napoli registered Italian merchant vessel Enrica Lexie are taken for interrogation by the Indian police in Kochi


Da quarantanove mesi le relazioni tra Italia e India sono tempestose a causa della vicenda che vede due fucilieri di marina del Battaglione San Marco, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, di fatto ostaggi nelle mani della giustizia indiana per l’accusa di aver ucciso il 15 febbraio del 2012 due pescatori scambiati per pirati.

Da allora molte città italiane sono state tappezzate di manifesti con la scritta “Riportiamo a casa i nostri marò” ma, nonostante una confusa e frenetica serie di iniziative nel nostro Paese, i due sottufficiali della Marina Militare restano avviluppati in una apparentemente inestricabile rete di garbugli legali che rende la loro sorte tutt’altro che certa.

Dal settembre del 2014 Massimiliano Latorre si trova in Italia per sottoporsi a delle cure dopo essere stato colpito da un’ischemia cerebrale verosimilmente legata alle condizioni di stress nelle quali è stato costretto a vivere in questi ultimi anni. Salvo improvvisi cambiamenti di programma, tra poco meno di due settimane dovrebbe tornare in India, essendo scaduti i termini della convalescenza accordatigli dalle autorità di New Dheli.

A che punto è l’esame del tribunale dell’Aja
Il caso dei marò è attualmente all’esame della Corte permanente di Arbitrato dell’Aja dopo essere stato sottratto alla giurisdizione dell’autorità giudiziaria indiana, che negli ultimi quattro anni si è dimostrata praticamente incapace di formulare un’accusa formale contro i due fucilieri di Marina.

Secondo le valutazioni più ottimistiche, il tribunale dell’Aja impiegherà almeno altri quattro anni per dare una risposta definitiva alla vicenda. Si tratta di un lasso di tempo incompatibile non solo con le esigenze più elementari di giustizia ma anche con la necessità di riconsegnare a una vita normale due servitori dello Stato italiano le cui eventuali responsabilità penali sono ben lungi dall’essere state accertate in maniera chiara e definitiva.

Gli sbagli dell’Italia
Ma come si è arrivati a questa condizione apparentemente inestricabile? Ci si è arrivati grazie a una serie imperdonabile di errori, colposi e dolosi, compiuti alle spalle dei due sottufficiali. Ne citeremo solo i due più gravi. Il primo sbaglio, del tutto imperdonabile, è stato compiuto dal comandante della nave battente bandiera italiana, Enrica Lexie, a bordo della quale si trovavano Latorre e Girone in servizio antipirateria insieme ad altri quattro fucilieri del San Marco, quando in circostanze ancora non chiarite vennero esplosi colpi di fucile contro un peschereccio indiano presumibilmente scambiato per un vascello di pirati con la conseguente morte di due pescatori del Kerala.

Girone and Massimiliano members of the navy security team of Italian merchant vessel Enrica Lexie are seen at the lawns of a guest house as a policeman stands guard in Kochi


L’episodio, sul quale è bene sottolineare che le indagini indiane in quattro anni non hanno fatto alcuna luce, è avvenuto in acque internazionali ed è quindi inspiegabile la decisione dell’Enrica Lexie – dopo che il suo comandante aveva consultato sia il suo armatore che i vertici della nostra Marina Militare – di rientrare nelle acque territoriali indiane e di attraccare nel porto di Kochi per poi consegnare alla polizia dello Stato del Kerala Latorre e Girone senza alcuna garanzia e condizione.

Da quel momento si è messo in moto un meccanismo diabolico, politico giudiziario e mediatico, che ha sospinto i due marò nelle acque tempestose della politica indiana e di una giustizia locale chiaramente incapace di dare risposte serie alla vicenda.

Il secondo gravissimo errore è stato compiuto, nell’incomprensibile silenzio di tutta la stampa italiana, quando il 20 dicembre del 2012 Salvatore Girone e Massimiliano Latorre vennero autorizzati a rientrare in Italia per le feste di Natale. Rientrati sul territorio nazionale ci sarebbe stato un sistema semplice e assolutamente legale per trattenerli nel nostro Paese senza strappi né polemiche politiche.

Si deve ricordare infatti, e in quei giorni tutti sono sembrati esserselo scordato, che per la legge italiana la Procura della Repubblica di Roma è titolare del diritto-dovere di indagare sui reati compiuti da cittadini italiani all’estero. Essendo i due marò accusati addirittura di duplice omicidio al loro rientro in Italia, si sarebbe dovuta (l’azione penale è obbligatoria) aprire a loro carico un’indagine per accertarne le presunte responsabilità, gli si sarebbe dovuto ritirare il passaporto e tutti i problemi relativi alle richieste della giustizia indiana si sarebbero dovuti risolvere seguendo le regole della giustizia italiana, con rogatorie, scambio di istanze, eccetera.

Con questo passaggio legale e doveroso, si sarebbe non solo assicurata ai due marò la certezza di un’inchiesta onesta e puntuale ma soprattutto si sarebbero tenuti i due governi interessati fuori dalla vicenda, essendo questa consegnata nelle mani di due sistemi giudiziari del tutto indipendenti dal potere esecutivo.

Si è preferita, dopo anni di polemiche tutte sulla pelle di Latorre e Girone, la strada lunga e laboriosa dell’Arbitrato internazionale. Un percorso accidentato, anche se politicamente corretto, che non assicura che i nostri sottufficiali possano riprendere una vita normale superando la loro attuale condizione di ostaggi di un Paese dichiaratamente ostile. Ostaggi è un termine che, se condiviso, dovrebbe autorizzare ogni possibile iniziativa per conseguire la loro liberazione
di Alfredo Mantici - 4 aprile 2016
fonte:http://www.lookoutnews.it


Caso Enrica Lexie - false prove prodotte dallo Stato Indiano del Kerala al fine di incolpare i due Fucilieri della Marina Militare Italiana Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Petizione del Perito giudiziario Luigi Di Stefano. (italiano) 






fonte: https://www.youtube.com/watch?v=Xs3R0KC2feY