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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

05/12/16

Carpe diem. Assemblea costituente subito.



costituzione_italiana


 
È il momento perfetto, bisogna cogliere l’attimo e fare subito un’assemblea costituente. Gli italiani non sono mai stati così pronti e così consapevoli della necessità di riformarla davvero questa Costituzione obsoleta e castrante.
Se questo referendum ha avuto un solo merito è stato proprio quello di aprire un dibattito su un impianto costituzionale che ormai non funziona più e che è stato la causa della maggior parte dei problemi italiani.
I sostenitori del Sì si accontentavano di una riforma purchessia anche se per lo più ammettevano che non fosse buona e adatta allo scopo.
I sostenitori del No sapevano che andava cambiata, ma non accettavano né la toppa peggiore del buco né il metodo antidemocratico con cui era stata imposta dal governo.
Ora la si può cambiare davvero nell’unico modo democratico che esista, con un’assemblea costituente da eleggere subito per riformarla in accordo con gli elettori.
È necessaria una legge elettorale proporzionale ad hoc che valga solo per eleggere i parlamentari chiamati a riscrivere la Carta sulla base di un programma specifico.
Ogni partito deve dichiarare apertamente quale sistema intende proporre, avanzare le sue idee e impegnarsi a sostenerle e farsi eleggere solo per questo.
I nuovi padri costituenti vanno eletti con le preferenze perché ci devono mettere la faccia, li vogliamo conoscere, non ci servono dei pigiabottone a comando, ci devono ispirare fiducia, devono dimostrarci di essere all’altezza del fondamentale compito che sono chiamati a svolgere, devono essere autorevoli, non essere imposti con l’autorità come servi di partito.
Va aperto un dibattito costruttivo sul presidenzialismo, sull’elezione diretta del Presidente del Consiglio, sui poteri dell’esecutivo, sui compiti del potere legislativo, sulle competenze del Presidente della Repubblica, sulla struttura della pubblica amministrazione, sulla suddivisione dei compiti con regioni e enti locali, sul federalismo fiscale e su come riformare una magistratura che non è stata minimamente sfiorata, non a caso, dalla riforma appena bocciata.
Ma soprattutto va affrontato il tema del rapporto tra cittadini e Stato, sui suoi limiti all’ingerenza nella vita e nelle attività degli italiani, sulla tassazione, sulla burocrazia, sulla giustizia che tale non è, sull’oppressione continua che subiamo.
Gli italiani sono pronti, non lo sono mai stati come oggi, non facciamoci sfuggire questa occasione.
Dateci la possibilità di esprimerci, dateci delle idee, fateci delle proposte e lasciateci decidere come vogliamo far funzionare l’Italia.
Lo so che i politici attuali temono questo confronto diretto, ma è nel loro stesso interesse perché solo da una Costituzione nuova, che definisca chiaramente i poteri, potranno avere la possibilità di governare e avere quella stabilità che tanto invocano, ma che è impossibile gestire con la Costituzione attuale. 70 anni di crisi di governo stanno lì a dimostrarlo.
Così non si può più andare avanti, stiamo regredendo, la crisi economica ci ha distrutti, l’oppressione fiscale ci ha massacrati, ma soprattutto ci stiamo incattivendo, la coesione sociale è ai minimi storici, la rabbia monta e non riuscirete a gestirla ancora a lungo con marchette e promesse come avete fatto finora. Quel 60% di No con un’affluenza di quasi il 70% dimostra al di là di ogni ragionevole dubbio che non ci comprate più.
Prima che sia troppo tardi, abbiate un sussulto dignità e prendete atto del vostro fallimento, ridateci la parola e fateci cambiare questa Costituzione.
È la base di tutto, sono le fondamenta della nostra convivenza, il palazzo è crollato miseramente, è arrivato il momento di ricostruire tutto e in questo noi italiani siamo imbattibili.
Non ci serve un governo oggi come oggi, non ce ne facciamo niente dell’ennesimo pisquano che promette di fare riforme su tutto il riformabile per non riformare nulla davvero.
Non servono nuove leggi a iosa per mettere toppe qua e là senza una logica sistematica facendo più danni che altro.
Abbiamo bisogno di un’assemblea costituente che si occupi solo di riscrivere la Carta sulla base delle nostre indicazioni di voto, mentre un governo si limita a gestire l’attività ordinaria senza inventarsi nulla, mentre il parlamento evita di scrivere leggi inutili.
Una volta che sarà stato definito l’impianto costituzionale e che i principi fondamentali di una nuova legge elettorale coerente con quell’impianto siano stati inseriti nella Costituzione, onde evitare che ogni nuova maggioranza parlamentare si inventi una legge incoerente a proprio uso e consumo, solo allora si potrà tornare alle elezioni e ripartire da zero con un nuovo Stato che ci permetta finalmente di essere liberi di rinascere dalle ceneri in cui ci avete seppelliti.

di Barbara Di - 5 dicembre 2016

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