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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

31/05/16

CASO MARO' - "Girone: bentornato nella grande Italia"





 
 
Allora, parliamoci chiaro. Non andremo a riesaminare la storia dei due fucilieri di Marina perché oramai la sappiamo a menadito. Aggiungiamo però che l’altro ieri la vicenda ha raggiunto un felice epilogo in quanto anche Salvatore Girone è riuscito ad atterrare sul suolo italiano. Ha salutato i suoi familiari, il ministro Pinotti, il ministro Gentiloni e rilasciato dichiarazioni sulla bellezza dell’Italia e sulla grandezza del suo popolo. Che ad una lettura superficiale potrebbero sembrare “di rito” ma, proprio perché ormai la storia la conosciamo tutti, ci accorgiamo che no, non lo sono affatto. Perché ci vuole del fegato e ci vuole un grande senso dello Stato per dire questo di una nazione che per il tramite dei suoi rappresentanti ha osservato una colpevole inerzia durata ben 3 governi. Ci vuole del fegato per dire questo a fronte delle dichiarazioni rese da Vinod Sahai all’ottimo Fausto Biloslavo nelle quali il signor Sahai (mai smentito a quanto ci risulta) avrebbe preparato tutto per il rientro, ma è stato fermato dal ministro Di Paola che si preoccupava del fatto che il Governo non se ne sarebbe potuto prendere i meriti. Perché evidentemente Di Paola ha subito dimenticato di quando era militare ed ha sposato subito il modus operandi che, ahimè, regna indisturbato in buona parte della Pubblica amministrazione secondo il quale chi è più efficiente di noi ci mette in cattiva luce e quindi va “arginato” prima che possa arrecarci danno. E dobbiamo dire che in fin dei conti (dal suo punto di vista) non ha tutti i torti in quanto, dai piani alti di Finmeccanica, questa vicenda deve apparire “piccola e misera” se confrontata agli affari in ballo con l’India.
Toni Capuozzo poi, che i marò li conosceva personalmente, più di una volta ha contribuito a dipanare la cortina di disinformazione che avvolge questa vicenda affermando che “sono in molti ad aver fatto carriera sulla pelle dei due marò”. Ma voi forse direte che la loro permanenza sia stata “dorata” all’interno di un’ambasciata dello stesso Paese che loro servono con onore. Avremmo dei dubbi in merito visto che l’ambasciatore ha mandato una nota spese alla Farnesina nella quale chiedeva un rimborso di 400 euro per aver provveduto a ridipingere la recinzione della sua dimora, rovinata dai fili usati dai marò per stendere la biancheria. E, a detta del Fatto Quotidiano, il signore in questione guadagnerebbe 20mila euro netti al mese.
A dire il vero ci ha provato Girone durante i collegamenti a dire quello che pensava. Cosa è successo dopo, quali effetti abbia sortito il messaggio, e quale fosse (se ci fosse) il significato recondito delle sue parole nessuno lo sa. Fatto sta che, se uniamo i puntini, emerge un quadro squallido fatto di incapaci e di carrieristi. E se questa è la classe dirigente non osiamo nemmeno immaginare cosa possa essere il popolo che per definizione è “bue”. E allora forse ci vuole coraggio, dopo quello che si è passato, a dire ancora che l’Italia è un grande Paese e che gli italiani siano un grande popolo, a stringere la mano o abbracciare, in preda ad una sorta di Sindrome di Stoccolma, chi ha risolto la questione usando un colpevole attendismo che guarda caso giunge al favorevole epilogo un minuto prima delle consultazioni elettorali. Come ci vuole coraggio a dire che gli italiani siano un grande popolo quando ancora oggi possiamo trovare sui social dichiarazioni di gente e di rappresentanti di piccole realtà comunali che li irridono o li scherniscono.

di Vito Massimano - 31 maggio 2016

fonte: http://www.opinione.it

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