Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità . Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001. L'autore non è responsabile per quanto pubblicato dai lettori nei commenti ad ogni post. Verranno cancellati i commenti ritenuti offensivi o lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di terzi, di genere spam, razzisti o che contengano dati personali non conformi al rispetto delle norme sulla Privacy. Alcuni testi o immagini inserite in questo blog sono tratte da internet e, pertanto, considerate di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d'autore, vogliate comunicarlo via email all'indirizzo edomed94@gmail.com Saranno immediatamente rimossi. L'autore del blog non è responsabile dei siti collegati tramite link né del loro contenuto che può essere soggetto a variazioni nel tempo.


Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

04/02/16

Sulla Turchia Renzi bara clamorosamente



 
 
 
Ma che nazionalista è il premier Matteo Renzi quando, a proposito della polemica nata con Bruxelles sugli aiuti alla Turchia, dice cose del tipo “noi siamo l’Italia, non accetto provocazioni, il nostro mestiere è salvare le vite. Noi continueremo a essere uomini, nonostante i professionisti della polemica provino a rilanciare ancora da Bruxelles con una distinzione che nessuna persona può cogliere tra vite da salvare”. Verrebbe da alzarsi in piedi e cantare l’Inno di Mameli se non fosse che quelli del Presidente del Consiglio sono gli ultimi disperati espedienti retorici per nascondere il profondo rosso in cui si trova il bilancio italiano, scassato a colpi di mancette elettorali elargite con l’utilizzo della spesa pubblica mascherata sotto lo pseudonimo di flessibilità.
A Renzi non frega nulla dei poveri migranti, della Turchia, della grandeur italica e della burocrazia europea che frustra i nostri desideri di sviluppo. Renzi sta banalmente mercanteggiando uno sforamento di due o tre miliardi facendo il classico gioco delle tre carte: prima ha finto di non sapere che i contributi dei singoli Stati destinati all’emergenza immigrazione in Turchia fossero fuori dal Patto di Stabilità e poi l’ha buttata in vacca chiedendo in maniera molto prosaica che anche i due/tre miliardi che l’Italia spende per accogliere i rifugiati vadano in deroga (Alfano in passato, mentendo, parlava di cifre molto più basse).
Juncker, che sarà pure un euroburocrate ma non uno scemo, ha capito subito il giochetto al rialzo ed ha avuto vita facile nello sbugiardare Renzi. Gli è bastato ricordare che l’Italia era a conoscenza da mesi del fatto che, mentre per i contributi elargiti dall’Ue alla Turchia si conosce l’esatto ammontare, per l’Italia le clausole di flessibilità andranno valutate in primavera sulla base di una rendicontazione delle spese effettivamente sostenute per l’accoglienza. Il socialista Moscovici ha rincarato la dose ricordando al Premier italiano che “naturalmente la flessibilità esiste in Europa e l’Italia beneficia copiosamente di questa flessibilità”.
Tradotto, ciò significa che Renzi è stato clamorosamente tanato, beccato come un ragazzino con le dita nel deficit e con i conticini truccati sulla legge di stabilità e sta tentando manovre diversive per non essere mandato in punizione dalla troika. Tra pacchetti sicurezza, indennità culturali e continue richieste di deroghe rispetto al patto di stabilità, l’impressione degli euro-guardiani è che si tratti di diversivi che nascondono misure di natura domestica (elettorale?), calderoni dentro cui inguattare sgravi fiscali e spese in deficit - che nulla c’entrano con l’accoglienza dei rifugiati - finalizzate ad alimentare la domanda interna. Renzi sta barando ed è per questo che Juncker ha preteso di vedere in primavera le pezze d’appoggio per capire se la flessibilità chiesta dall’Italia sia documentabile e riconducibile al problema immigrazione o sia solo una furbata per continuare ad accumulare debito pubblico e campicchiare sulle spalle delle generazioni future.
Siamo diventati improvvisamente dei paladini del rigore? Chiaramente no ed anzi si può discutere sull’assurdità di certi parametri. Ma le mandrakate patriottiche per fottere i crucchi Renzi le racconti pure agli amichetti di Whatsapp, i quali gli manderanno le faccine sorridenti in segno di approvazione. I nodi, fuori da Whatsapp, invece vengono al pettine e la storia del “governo - Luis Miguel”, quello dell’entusiastica canzone “Noi, ragazzi di oggi”, non impressiona più. Le maggiori spese si finanziano con la spending review, quella che Renzi ha smesso di citare nei suoi logorroici monologhi e che farebbe bene ad attuare se vuole meritarsi stima e credibilità. Altro che mercanteggiare continuamente sconticini.

di Vito Massimano - 04 febbraio 2016
fonte: http://www.opinione.it

Nessun commento:

Posta un commento