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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

02/02/16

MARO' IN INDIA - IL SEQUESTRO DEI FUCILIERI DI MARINA LATORRE E GIRONE - COMMENTO DELLA SETTIMANA (n° 206 DI INGIUSTA DETENZIONE)




2 Febbraio 2016
Stefano Tronconi 

Lo spunto per il commento di questa settimana me lo offrono alcune delle parole pronunciate da Giancarlo Magalli nel corso della puntata de 'I Fatti Vostri' del 29 Gennaio scorso, occasione in cui il conduttore televisivo ha intervistato Vania Girone, la moglie di Salvatore.
Non mi interessa qui giudicare il tenore dell'intera intervista nella quale gli sforzi di Magalli sono purtroppo parsi quasi esclusivamente tesi a salvaguardare l'immagine di quelle istituzioni italiane che sono state all'origine di una delle più grandi 'debacle' di politica estera della storia repubblicana. Ad una televisione pubblica il cui intento è in primo luogo quello di manipolare, anziché quello di informare, in Italia siamo purtroppo tutti abituati da tempo.
Le parole che invece voglio commentare sono quelle con cui Magalli ha ritenuto di dover corregere un'affermazione di Vania Girone secondo cui i due Fucilieri di Marina furono fatti rientrare in India in base a degli 'errori di valutazione'.
Nonostante le parole di Vania siano state quanto di più moderato si potesse usare per descrivere quanto avvenuto in quelle circostanze, l'ineffabile Magalli si è sentito in dovere di correggere immediatamente l'espressione usata ribadendo la solita 'bufala di regime' che ci ripetono da anni, ovvero che 'C'era stato un impegno a farli rientrare ….... Tutti abbiamo apprezzato il rispetto degli impegni presi …...... Dimostrando che quando gli italiani danno una parola la rispettano'.
In realtà è bene che anche in Italia si sappia che il mondo intero, e l'India in particolare, hanno letto in modo molto diverso quanto successo in quel Marzo 2013.
L'unico paragone possibile è con quanto avvenuto l'8 settembre 1943 con la fuga dei vertici militari e politici dalle loro responsabilità, l'abbandono dei soldati italiani al loro destino ed il marchio di incapacità ed inaffidabilità impresso sulla reputazione internazionale dell'Italia.
La decisione italiana del Marzo 2013 di trattenere in Italia al termine della licenza elettorale Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, venendo meno all'impegno preso di fronte alla Corte Suprema dall'ambasciatore italiano, fu una decisione di inaudita gravità.
Da parte italiana veniva infatti messo in discussione il riconoscimento ed il rispetto di una delle più alte istituzioni indiane, riconoscimento e rispetto che sono alla base di ogni relazione tra Stati sovrani in tempo di pace.
L'Italia avrebbe quindi dovuto mettere in conto una pesantissima ritorsione indiana. Avrebbe tuttavia potuto e dovuto far valere in quell'occasione molte buone ragioni per giustificare un'azione così ostile e con ben pochi precedenti, ragioni tutte riconducibili al fatto che in varie occasioni fosse stata l'India stessa nei mesi precedenti a venir meno al riconoscimento ed al rispetto dovuto alle istituzioni italiane.
Invece nulla di tutto ciò avvenne. Le istituzioni italiane semplicemente se la fecero sotto, rinnegarono in pochi giorni le gravissime decisioni prese e fecero ricadere tutte le conseguenze della loro inadeguatezza e della loro vigliaccheria sulle spalle di Girone e Latorre che furono rispediti in India in condizioni ben peggiori di quelle precedenti.
Altro che, come prova Magalli a dar da bere ai telespettatori italiani, 'apprezzamento per gli impegni presi e dimostrazione che l'Italia rispetta la parola data'.
Agli occhi del mondo quanto avvenuto nel Marzo 2013 ha dimostrato una volta di più che l'Italia rimane un Paese più che mai inaffidabile e dedito ai sotterfugi nei confronti del quale funzionano solo le maniere forti.
Agli occhi dell'India a quel punto Salvatore Girone e Massimiliano Latorre non furono più tanto i presunti responsabili della morte di due pescatori, bensì il capro espiatorio su cui far ricadere la colpa di appartenere ad un Paese che aveva usato l'ardire di insultare una delle principali istituzioni dell'India, con l'aggravante di non avere il coraggio di andare fino in fondo.
Ed è questa la 'colpa' che purtroppo Salvatore Girone sta ancora pagando sulla propria pelle.
I fucilieri di marina Salvatore Girone e Massimiliano Latorre sono del tutto innocenti e non è giusto che paghino per colpe non loro.
Le istituzioni italiane innocenti in questa vicenda invece non lo sono mai state, malgrado il fumo che provano a vendere agli italiani i vari Magalli e soci per compiacere i padroni politici della RAI.

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