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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

18/02/16

Dopo 4 anni la sorte dei Maro’ in mano alla Corte dell’Aja


Rientro in Italia dei marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre
di Maurizio Salvi – ANSA

Giunta al traguardo del suo quarto anno la vicenda dei Fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, cominciata al largo delle coste indiane del Kerala il 15 febbraio 2012, appare sempre lontana dalla conclusione, anche se il suo scenario è radicalmente mutato negli ultimi mesi, trasferendosi da New Delhi alla Corte permanente di arbitrato (Cpa) dell’Aja. Dopo 1.461 giorni di battaglie legali riguardanti la giurisdizione sull’incidente in cui morirono due pescatori indiani che l’India ha rivendicato per se’, trovando opposizione da parte dell’Italia, la questione è stata posta per iniziativa di Roma il 22 giugno 2015 all’attenzione della Cpa.
Questo quarto anniversario dell’incidente trova i due marò in situazioni completamente diverse. Latorre, infatti, dopo l’ictus che lo ha colpito il 31 agosto 2014 e’ andato in Italia per seguire le terapie riabilitative che ancora continuano. Ed il governo italiano ha chiaramente fatto capire che il militare resterà a casa sua fino alla fine dell’esame del contenzioso all’Aja.

 

Comunque la Corte Suprema indiana ha chiesto nell’ultima udienza sul caso al suo governo di informarla sui tempi previsti dalla Cpa per esaminare il caso della giurisdizione, prorogando provvisoriamente la licenza in Italia per Latorre al 30 aprile e fissando una nuova udienza per il 13 aprile prossimo. Girone, invece, continua nella sua routine indiana, dopo che il 16 dicembre 2014 la Corte Suprema di Delhi respinse una sua richiesta di licenza per trascorrere un nuovo periodo con la propria famiglia in Puglia.
Da allora il militare, che risiede nell’ambasciata italiana, si reca settimanalmente al Commissariato di zona per firmare un registro di presenze.  Chi gli sta vicino sa della preoccupazione per il distacco dalla sua famiglia che lo visita regolarmente nei periodi di festività, ma che ovviamente non potrà sopportare molto più a lungo questa emergenza che pesa su di lui, sulla moglie Vania e sui figli Michele e Martina.

 

Ogni decisione su cosa fare per risolvere questo problema è però sospesa in attesa che il 30 e 31 marzo prossimi la Cpa esamini la richiesta italiana per un trasferimento di Girone in Italia in attesa della sentenza della stessa Corte che, secondo il calendario pubblicato nelle scorse settimane, non dovrebbe arrivare prima di agosto 2018.

Al riguardo vale ricordare una dichiarazione di Girone all’ANSA alla vigilia dello scorso Natale: “Finalmente ci siamo affidati ad una Corte internazionale super partes”. “Sono molto fiducioso – aveva ancora detto – che sia fatta giustizia e questo soprattutto con i criteri del buon senso e nel rispetto del diritto internazionale. Sono ormai quattro anni che vivo con la mia libertà oppressa”.

Foto Ansa e Lapresse

di Redazione 17 febbraio 2016
fonte: http://www.analisidifesa.it

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