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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

07/02/16

CAOS IMMOBILI A ROMA


I partiti fingono di non sapere tra imbarazzo e scaricabarile


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Da destra a sinistra, la matassa delle morosità dei partiti per gli immobili Ater utilizzati per le sedi territoriali dei partiti è molto difficile da sgrovigliare. Non è facile, infatti, ottenere spiegazioni, in un concerto di rimbalzi e messaggi che rimangono senza risposta. Partendo dal Pd.
Siamo andati direttamente all’apice del partito a Roma, il commissario Matteo Orfini. Proviamo a contattarlo nel pomeriggio, per chiedergli lo stato dell’arte dei rientri delle morosità verso l’azienda regionale edilizia. Il telefono prima risulta spento. Poi ritentiamo, due volte, senza fortuna, con squilli a vuoto. Mandiamo quindi un sms chiedendo la disponibilità a un colloquio telefonico sull’argomento. Nessuna risposta. Allora proviamo a scendere nel dettaglio, contattando qualche esponente Dem romano. Enzo Foschi, molto vicino al presidente Zingaretti e nome storico della Garbatella, dove il circolo in via Giovanni Ansaldo, al 31 marzo 2015, doveva all’Ater oltre 195 mila euro. A Il Tempo spiega, cortesemente, che lui «ormai da anni» non si occupa più di queste cose. E non ci indica un riferimento con cui possiamo parlare. Cambiamo zona. Testaccio. La sede di via Nicola Zabaglia, al 31 marzo 2015, risultava con una morosità di 3.474 euro. Yuri Trombetti, noto esponente del Pd di zona, dice di non occuparsi del circolo e ci dirotta su Federica Assanti, la coordinatrice. «Possiamo sentirci in serata?», rilancia cordiale. E, sorpresa, poco prima di cena, risponde alla telefonata. «Chiedo scusa per prima, ma ero al corso di formazione del Pd». E spiega: «Il circolo di via Zabaglia è assolutamente in regola con tutti i pagamenti. Lo assicuro e sono pronta a dimostrarlo bonifici alla mano».
E per la sponda di centrodestra? La situazione cambia di caso in caso. Per ciò che riguarda l’associazione «Mai dire no» di via Cristoforo Colombo 350 nella quale, sui siti internet ufficiali, risultano riunioni, assemblee, raccolte alimentari organizzate da FI, la sede del coordinamento Municipio VIII del partito e il comitato elettorale di Davide Bordoni, spiega tutto lo stesso coordinatore romano. «Giuridicamente non ha nulla a che fare con Forza Italia – chiarisce a Il Tempo - I locali hanno un regolare contratto stipulato dopo bando pubblico, che appartiene a un’associazione di nostri amici i quali ci hanno concesso un punto di appoggio in maniera del tutto gratuita». Appena emersa l’inchiesta de Il Tempo , poi, «siamo venuti a conoscenza che questa associazione fosse in mora. Ci siamo subito informati con loro e ci hanno spiegato come sia in corso un contenzioso con l’Ater per sanare tutta la posizione», ossia 143mila euro di morosità.
Un «giallo», invece, riguarda l’attuale gestione del Circolo An di Corviale (morosità di 146mila euro): non risulta essere tra le sedi di chi, tra gli ex An, è impegnato nei vari partiti in attività. Certa, invece, è la situazione della storica sede del Msi del quartiere Garbatella (di via Guendalina Borghese), oggi gestita da Fratelli d’Italia. Secondo fonti del partito di destra la responsabilità del mancato pagamento (si tratta di 49mila euro) è dell’Ater stessa, dato che fino a quando la struttura era gestita a nome Alleanza Nazionale i frequentatori avevano sempre corrisposto regolare affitto. A quanto pare poi l’Ater, per motivi mai chiariti, non avrebbe mai riconosciuto la continuità tra Fratelli d’Italia e An impendendo così – sempre secondo FdI – di poter stilare un nuovo contratto per poter continuare a pagare il dovuto.
Proprio sulla vicenda Affittopoli è intervenuto il capogruppo di FdI alla Camera Fabio Rampelli chiedendo da parte sua l’intervento della magistratura: «Affittopoli esiste e resiste irrisolta da 50 anni e ha due profili: contratti clientelari agli amici e contratti semi gratuiti ai partiti e ai loro affiliati. Nel primo caso occorrerebbe un’automatica decuplicazione dell’affitto per i ricchi raccomandati e uno sfratto per i reticenti, nel secondo aspettiamo con ansia un’inchiesta delle procure per finanziamento illecito ai partiti, perché il florido mercato di Affittopoli ha fruttato loro mancati esborsi per miliardi di euro».


Pietro De Leo Antonio Rapisarda - 7 febbrao 2016
fonte: http://www.iltempo.it

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