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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

07/11/15

TTIP: "Messora a La Gabbia: perché tengono segreto il TTIP"





Intervento di Claudio Messora a La Gabbia di mercoledì 4 novemre 2015, andato in onda alle 23.40 circa.






Gianluigi Paragone: Claudio Messora, tu sei stato al Parlamento europeo con i Cinque Stelle e da tempo parli di questo trattato sul tuo blog. Cos’è veramente e perché non ci fanno sapere niente?

Claudio Messora: Non ci fanno sapere niente perché altrimenti non riuscirebbero mai a farlo. Sapremo tutto alla fine, quando ormai sarà troppo tardi. Quello che succede è che gli Usa vogliono creare un nuovo blocco globale che assicurerà il dominio delle grandi corporation americane. E’ quella che Wikileaks chiama una partita per il controllo finale. Il TTIP sarà l’atto conclusivo.
Si tratta di un gigantesco accordo commerciale con la UE che abolirà le barriere commerciali. Il suo scopo è di aggirare l’Organizzazione Mondiale del Commercio, dove i Brics hanno preso troppo potere. E isolare la Cina. 

Paragone: E come pensano di fare?

Messora: Semplice: stanno costruendo un grande blocco fatto da 51 paesi del mondo, cioè un miliardo e seicentomila persone, e due terzi del Pil mondiale. Contro questo progetto, tre milioni e mezzo di cittadini europei hanno firmato una petizione e il 10 ottobre a Berlino sono scese in piazza 250mila persone. Purtroppo però nessuno ne parla.

Paragone: come mai?

Messora: Ci sono almeno sei motivi importanti. 1) Privatizzerà i servizi pubblici, liberalizzando la sanità, l’istruzione e l’acqua. Come in America, se non avrete un’assicurazione privata, nessuno vi curerà. 2) Distruggerà la sicurezza alimentare e ambientale, perché avremo le stesse normative USA. Normative, come noto, assai blande basti dire che negli States il 70% dei cibi venduti nei supermercati contiene OGM, che da noi sono vietati, viene fatto un uso disinvolto di pesticidi, che da noi sono vietati, e il 90% delle mucche sono bombate di ormoni della crescita, che da noi sono vietati perché ritenuti cancerogeni.

Paragone: Questo l’abbiamo spiegato anche noi con i nostri servizi.

Messora: Ma non è finita qui. Il Ttip, infatti, allenterà le misure di sicurezza imposte alle banche statunitensi dopo la crisi, restituendo tutto il potere nelle mani dei banchieri. Allenterà la privacy: i fornitori di servizi internet potranno controllare quello che facciamo. E aumenterà pure la disoccupazione, come ha ammesso anche l’UE, perché il lavoro si sposterà negli USA dove gli standard e i diritti dei lavoratori sono più morbidi. E, come se tutto ciò non bastasse, le multinazionali potranno anche fare causa ai Governi se con le loro politiche causeranno loro una perdita di profitti.
E’ già successo: in Germania, una società di energia svedese ha fatto causa allo stato per 3,7 miliardi di dollari, perché ha deciso di diminuire l’utilizzo del nucleare, dopo Fukushima.
In Australia, la British American Tobacco ha fatto causa allo stato per avere approvato una legge che limita la pubblicità delle sigarette.
E l’intero Egitto è stato portato in tribunale da un’azienda francese per aver alzato il minimo salariale.

Paragone: Sei riuscito a capire chi sta conducendo il negoziato per questo trattato?

Messora: Dovrei risponderti: le lobby. E quindi ti dico: la Commissione Europea. In particolare Cecilia Malmström, il Commissario per il commercio. Quella che ha detto che il suo mandato non deriva dai cittadini, e quindi delle nostre proteste se ne frega. Più chiara di così…







SIRIA: "La logica illogica di Roberta Pinotti: l’Isis arretra in Iraq ma avanzerebbe in Siria"


In un'intervista rilasciata al Corriere della Sera il ministro del governo Renzi dice che la Coalizione Internazionale guidata da Washington sta sconfiggendo il Califfato mentre le agenzie di stampa occidentali ripetono compulsivamente che i raid russi non fanno altro che spianargli la strada. "Gli strike non sono un tabù", dice, ma si fa ancora la differenza tra le bombe buone e quelle cattive


Tra tutti i temi affrontati da Roberta Pinotti nel corso di un’intervista nella redazione del Corriere della Sera e pubblicata nell’edizione cartacea di oggi - dall’emergenza migranti alla minaccia del terrorismo internazionale, dall’aereo russo caduto nel Sinai al proseguimento della missione in Afghanistan - stona la logica illogica del ministro della Difesa del governo Renzi quando si è parlato della guerra in Irak contro lo Stato Islamico. 




“I bombardamenti non devono essere un tabù. L’Italia ha già effettuato raid aerei in passato. Lo ha fatto nei Balcani, lo ha fatto in Libia” ha affermato, e fin qui ci siamo. Il nostro Paese non farà gli strike, e fa sapere ai lettori che si limiterà all’addestramento del personale militare, come già fatto ad Erbil, e nell’analisi dei flussi finanziari. A compiere i bombardamenti sarà la Coalizione Internazionale formata da più Paesi occidentali. Proprio ieri infatti il quotidiano Le Figaro ha riportato la notizia per cui la Francia – attiva dal settembre 2014 con sei caccia Mirage di base in Giordania e altri sei caccia Rafale che fanno base negli Emirati Arabi – ha deciso di impiegare la portaerei Charles De Gaulle, già utilizzata da febbraio ad aprile come base nelle acque del Golfo Persico per i raid aerei, per le operazioni militari congiunte contro lo Stato Islamico in Iraq e Siria.
Alla domanda sull’evolversi del conflitto sul terreno, Roberta Pinotti risponde così: “Non sottovaluto le dimensioni di questa sfida. Ho chiesto per questa ragione che il nostro fosse un contingente significativo. E capisco le paure della gente. Ma non credo che stiamo perdendo. Mentre prima abbiamo assistito ad una cavalcata dell’Isis, ora la sua presenza è circoscritta in aree specifiche”. Insomma, i miliziani del Califfato starebbero arretrando in Iraq laddove, guarda caso, combatte la Coalizione Internazionale guidata dal Pentagono. Queste dichiarazioni arrivano allo stesso tempo dei comunicati delle agenzie di stampa occidentali, secondo le quali nel Paese limitrofo, la Siria, gli oltre 1.600 raid russi effettuati in un mese non avrebbero fatto altro che spianare la strada all’avanzata dell’Isis, produrre nuovi rifugiati e uccidere civili. Ma si sa che in guerra la prima a morire è sempre la verità.
Se è vero che l’Isis sta arretrando in Iraq, bisogna ammettere che questo avviene grazie alle operazioni effettuate in gran parte dall’esercito iracheno sostenuto anche dai miliziani sciiti di Mobilitazione Popolare legate ad Hezbollah (il premier Al Abdadi ha detto più volte di non volere l’appoggio di truppe americane) il quale ha lanciato l’offensiva da circa un mese in diverse aree, in particolare nella zona nord di Ramadi, nella provincia occidentale di al Anbar a circa 100 chilometri da Baghdad. Ma soprattutto è doveroso precisare che in Iraq non c’è solo la Coalizione Internazionale a svolgere le operazioni ma anche il Centro di comando dell’intelligence formato da Iran, Russia e Siria e approvato dal governo iracheno, che coordina indipendentemente le offensive militari. La logica del ministro della Difesa non regge. Sono sempre di più gli analisti ad ammettere che ha fatto di più Mosca sul piano militare e diplomatico in un mese che l’Occidente in quattro anni. La Russia è tornata sulla scena internazionale sfruttando il vuoto prodotto dall’ideologia del caos che gli Stati Uniti e i loro alleati hanno generato in Vicino e Medio Oriente. Nessun mea culpa sulle disastrose campagne della Farnesina, più che un'intervista quella di Roberta Pinotti sembra un comunicato stampa del Pentagono.

 Sebastiano Caputo - Ven, 06/11/2015
fonte: http://www.ilgiornale.it/ 

06/11/15

I piloti francesi liberati dagli 007. I nostri marò abbandonati da tre anni




Operazione coperta per riportare in patria i soldati arrestati a Santo Domingo per droga.
Sapevano che, prima o poi, da Parigi li avrebbero aiutati a fuggire. Non si sono mai sentiti abbandonati i due piloti francesi Pascal Fauret e Bruno Odos, nemmeno a Santo Domingo, benché fossero stati entrambi condannati in primo grado a 20 anni di carcere per traffico di droga da un tribunale della Repubblica Dominicana.
In Italia la notizia potrebbe essere scambiata per il capitolo di un romanzo d’avventura, tanto è distante, al di qua delle Alpi, l’idea di un blitz militare per liberare dei connazionali. Tant’è che, sebbene Massimiliano Latorre rimarrà in famiglia per curarsi fino a Natale, Salvatore Girone è stato dimenticato in India dal 2012.Eppure i due francesi tornati in patria sono ex militari della Marina. Ma le analogie con il caso dei due marò italiani si fermano rigorosamente qui. Fauret e Odos erano stati arrestati nel marzo 2013 a Punta Cana dopo il ritrovamento, a bordo del loro aereo, di 680 chili di cocaina. Incuranti delle accuse a loro carico e senza attendere il processo d’appello, gli 007 francesi li hanno prelevati, messi su un’imbarcazione e condotti nelle Antille francesi da dove sono ripartiti con un volo di ritorno in Francia.

 

All’Eliseo ovviamente negano ogni coinvolgimento delle istituzioni. D’altronde, la vicenda era finita sui giornali con un nomignolo, Air Cocaine, che nessun governo vorrebbe vedere associato alla propria immagine.
Quindi, la versione ufficiale è che si tratta di «iniziative personali», magari di qualche agente segreto in pensione.
Comunque, per l’opinione pubblica e per i media, è un successo. Ieri, dopo una conferenza stampa dove sono stati accolti come novelle reincarnazioni di Rocambole e Fantomas, i due fuggitivi hanno avuto l’onore di essere invitati al telegiornale delle 20 a France 2, la rete televisiva pubblica d’Oltralpe, per raccontare la loro straordinaria esperienza.

 

Si sono sottratti ai giudici, ma sono convinti di stare dalla parte del diritto, anzi di essere perseguitati e «dal momento che abbiamo affrontato un sistema di giustizia che non ci ha ascoltato solo perché siamo francesi, il mio istinto è stato quello di tornare nel mio paese», ha detto Fauret, aggiungendo di essere «molto stanco».
Secondo il loro avvocato, Jean Reinhart, i due uomini inoltre non sarebbero «evasi perché non erano in prigione».
Li hanno esfiltrati, in effetti, si direbbe nel gergo militare. In compenso, ora si fa comprensibilmente più difficile la situazione delle altre due persone coinvolte nel caso Air Cocaine e che si trovano ancora nel paese caraibico: si tratta del passeggero, Nicolas Pisapia e di un membro dell’equipaggio, Main Castany. Per farli fuggire, a questo punto, occorrerebbe quanto meno un’invasione di terra.
Foto Univision e Difesa.it


di Andrea Morigi da Libero Quotidiano  del 28/10/2015
tramite: http://www.analisidifesa.it

Marò: se il Fatto Quotidiano sta con gli indiani


La "sega di Hitler" è al centro delle ultime dispute del caso MaròTranquilli, non ci si riferisce alla passione
per il bricolage dell'ex dittatore nazista, ma piuttosto allo "Allegato n.5" (Annex5) di cui abbiamo già scritto
su queste pagine.

Annex5 è uno dei 56 allegati depositati dalla Republic of India il 4 agosto scorso al Tribunale Internazionale di Amburgo a supporto della pretesa colpevolezza (che non può essere messa in discussione, secondo loro) dei due accusati Latorre e Girone. Si tratta del “Search list for weapons, 26 february 2012” ed è l’elenco del materiale rinvenuto e in parte sequestrato sulla Enrica Lexie. Qui trovate l’analisi completa di Annex5 (http://www.seeninside.net/piracy/it-alle1.htm#c6). 

India, i maro' escono dal carcere di Trivandrum per incontrare le loro famiglieE’ un documento abborracciato alla meglio, composto da frammenti veri e altri fasulli, che si caratterizza per due esemplari firme false dei rappresentanti italiani apposte sulla ultima pagina. Non è una falsificazione particolarmente sofisticata, diciamo assimilabile a quella di Totò che, falsario alle prime armi, stampava banconote di perfetta fattura ma da 6.000 Lire invece che 5.000, per avere un margine di profitto rispetto ai costi di produzione.

Qui il “margine di profitto” per questa ennesima ridicola buffonata è instaurare il dubbio che sulla Enrica Lexie, a disposizione dei militari italiani, ci fosse una mitragliera calibro 7.62mm (Machine Gun 7.62) che alcuni fra i più audaci si sono già affrettati ad identificare come “MG 42/59”, che poi deriva dalla “Maschinengewehr 42”, la appunto celebre “Sega di Hitler” per la sua esageratamente elevata cadenza di tiro (esagerata perchè fondeva la canna).

Insomma un bel depistaggio, tant’è che nelle conclusioni su Annex5 qualche giorno fa scrivevo: “Quanto alla ‘Machine Gun 7.62’ qualche giornalista fantasioso ci potrà montare un pezzo di colore in chiave colpevolista (Forse, in fondo all’oceano indiano, c’è la prova che inchioda alle loro responsabilità…. ). E infatti ieri, su Il Fatto Quotidiano in un articolo dedicato alla vicenda Marò è apparso il brano: “Terzo, anche qualora si dimostri che i proiettili sparati corrispondano o no alle dotazioni dei militari italiani, nulla toglie che i marò possano aver usato altri armamenti non dichiarati; non sarebbe la prima volta che dei soldati usino armi non ufficiali. Anche in questo caso chi mai lo dimostrerà? Le acque dell’Oceano sono molto profonde anche per loro”. (http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/11/04/maro-allora-ingenuita-e-sovranita/2187271/).

Certamente, nessuno a priori può escludere niente. Giuseppina tradiva Napoleone? Il celebre Corso era convinto di no, ma come fai ad escluderlo con certezza?! Nella fattispecie il team militare comandato da Latorre avrebbe tenuto di nascosto la mitragliera nella base logistica di Gibuti, opportunamente nascosta sotto il letto, per poi trasportarla in modo occulto (custodia di contrabbasso?) fino nello Sri Lanka, nel porto di Galle (dall’altra parte dell’Oceano Indiano), dove la hanno di nascosto imbarcata sulla Enrica Lexie che proveniva da Singapore. 

Nessuno si è insospettito a vedere il contrabbasso per via che gli italiani, è risaputo, sono melomani e chiunque si aspetta che noi si improvvisi un coro (“O Sole Mio, Torna a Surriento”, etc). Ovviamente durante i turni di guardia il contrabbasso (con dentro la Sega di Hitler) era sul ponte di comando pronto ad essere usato appena avvistato un peschereccio disarmato.

Poi, una volta commesso il misfatto (il tiro al bersaglio contro i pescatori disarmati, mentre gli altri italiani ridevano) stupidamente invece di buttare a mare la mitragliera, ci buttano la custodia del contrabbasso e si tengono la mitraglia, la canna di ricambio e le munizioni (trovassimo un altro peschereccio, hai visto mai!).

E’ la logica conseguenza di quello che scrive Il Fatto Quotidiano e vedrete che nei prossimi mesi il tema sarà autorevolmente sviluppato da chi si rivolge a quel pubblico di lettori D.I. (Diversamente Intelligenti), che sono incapaci di vedere le firme false ma amano queste ricostruzioni complottiste in chiave ideologico-terzomondista.

Comunque fortunatamente ormai c’è internet e l’informazione non va più a rimorchio della carta stampata.
Il rappresentante della Republic of India al Tribunale di Amburgo ha scritto che “in questa vicenda l’Italia cerca di suscitare compassione”. E’ boria mal riposta visto che hanno depositato disegni fasulli, firme false e centesimi di millimetro misurati col metro a nastro.
In rete, sui social network, nei gruppi “prò-Marò” siamo decine di migliaia e non ci sarà angolo di mondo dove non lo verranno a sapere.

Luigi Di Stefano

Fonte: http://www.ilprimatonazionale.it/ 
http://opinioneitalia.blogspot.it/

La televendita Expo 2015 chiude in profondo rosso: ecco i conti


renzi expo 2

E’ finita, finalmente la smetteranno di triturarci i cabbasisi h24 con Expo 2015. Con il televenditore nr. 1 impegnato in prima persona, vero patrigno politico dell’evento.
E dietro i proclami trionfali della cerimonia di chiusura, con retorica e demagogia a volumi inauditi, l’Expo si è rivelato quello che temevano tutti i cittadini di buon senso: un fiasco colossale pagato dai contribuenti italiani.
Cittadini che ricorderanno per molto tempo questa Expo 2015. Memorabile per molti versi, ad esempio:
Cattura Expo

Cattura Expo 2

  • E infine la cosa più insopportabile: la retorica renziana sparsa a quintalate, il martellamento di TV e giornali, i dati falsi spacciati per grandi successi in stile staliniano

Ma ancora non bastava ai nostri politici. Ed eccovi la beffa finale: il commissario Sala insieme ai colonnelli del PD celebra il successo dei 21.5 milioni di biglietti (quanti omaggio, non sappiamo). Sala: “21,5 milioni visitatori totali, abbiamo conquistato il mondo”. Peccato che lo stesso Sala 6 mesi fa dichiarasse:
“Per pareggio di bilancio bisogna vendere 24 milioni di biglietti”.
“Le spese di gestione di una macchina come Expo ammontano a 800 milioni di euro. Dagli sponsor abbiamo ottenuto 300 milioni: per raggiungere il pareggio di bilancio è necessario vendere 24 milioni di biglietti”.
Vi diamo noi i numeri preliminari (fonte Expo).
  • Biglietti venduti: 21.5 milioni
  • Ricavo medio per biglietto: 19 euro
  • Ricavo totale biglietti: ca. 410 milioni
Come vedete molto probabilmente siamo ben lontani dai 500 milioni auspicati da Sala.

E attenzione!!! Per costi qui Sala intende solo quelli della macchina organizzativa, ovvero della società Expo 2015. I costi reali dell’Expo sopportati dal contribuente italiano, terreni acquisiti da Arexpo, infrastrutture logistiche e padiglioni, sono stimati dall’economista Perotti, oggi commissario alla spending review, a 14 miliardi di euro.
Non fatevi infinocchiare dalla narrativa televisiva sul grande successo di visitatori. Con un calcolo per assurdo – ma indicativo delle assurdità che ci propinano i teleimbonitori – per coprire i 14 miliardi Expo avrebbe dovuto vendere 360 milioni di biglietti a 39 euro. Una cifra surreale che rende bene l’inganno di chi parla di successo di Expo in base a 19 o 20 milioni di ingressi. Ingressi che sono stati in ogni caso molto inferiori a quasi tutte le Expo precedenti (es. Siviglia 1992: 41 milioni).
Concludiamo col prof. Perotti, che nel suo e-book “PERCHÉ L’EXPO È UN GRANDE ERRORE” scrive:
“Ma né la corruzione né i ritardi sono il problema principale di Expo 2015. Il problema principale è che l’Expo non sarebbe dovuto accadere. Esso è nato e cresciuto per una amnesia collettiva della razionalità umana, sospinto da un’orgia di retorica“.

Ecco spiegato perché Matteo Renzi si è appropriato con tanto entusiasmo di Expo 2015. Sonno della ragione, orgia di retorica.



#Marò in India: un tema scolastico.


    
      Un problema dei nostri giorni che suscita in te molte preoccupazioni e nello stesso tempo speranze


E’ ormai da quasi quattro anni che si sente parlare dei due soldati della Marina Militare Italiana, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, imprigionati in India per un errore di comunicazione. 
Tutto è iniziato quando questi due soldati, mandati dallo stato Italiano per smascherare la pirateria nelle  acque internazionali del Mediterraneo, in modo tale che, se fossero stati attaccati (poiché erano su una petroliera) avrebbero potuto arrestarli. 
Rientrati in porto, furono accusati dal governo Indiano di aver ucciso due pescatori, per l’appunto indiani. Prove recenti però sostengono che i due pescatori erano morti ben cinque ore dopo che incontrassero la petroliera Italiana, anzi, alcune prove determinano che quel peschereccio non ha mai incontrato la petroliera. 
Ma lo stato Indiano non volle sentir ragioni e li imprigionò. Dopo qualche mese dall’arresto ai due carcerati gli fu concesso di tornare alle proprie famiglie per due volte, ma poi furono rimandati dal Governo ancora in India.
     Ora, fermiamoci un attimo a riflettere. Perché la Magistratura e il Governo italiano hanno già commesso due errori: 
     1) non ha fatto niente per impedire l’arresto dei due soldati quando sono stati proprio loro a metterli su quella nave;
    2) non hanno esitato a rimandarli in India quando la prima cosa che avrebbero dovuto fare era accusarli di omicidio e così facendo impedendo all’India di riportali in prigione, soprattutto perché la Costituzione Italiana proibisce di mandare un proprio cittadino accusato di qualunque cosa in un paese dove vi è la pena di morte.
Quindi la domanda che mi viene da pormi è: “come mai lo stato Italiano ha calpestato i diritti di questi due cittadini?". la risposta è molto semplice e incredibilmente, ai miei occhi, inaudita. L’Italia ha degli importanti affari con l’India e non volevano che si rompessero. Per spiegarlo meglio c’è un solo modo: CORRUZIONE.
Quindi, la Magistratura Italiana rimandò i marò in India e spedi dei soldi di condoglianze alle famiglie dei pescatori (terzo errore). Questo atto fu interpretato come un ammissione di colpa e decisero definitivamente di fissare la data del tribunale. Finché un giorno Massimiliano Latorre non si sentì male e fu portato d’urgenza in un ospedale in Italia. Poi si scoprì che Massimiliano Latorre ebbe un ictus. Ora sta bene e si trova ancora in Italia mentre Salvatore Girone si trova ancora in india ad aspettare ancora il tribunale.
Questa vicenda mi ha coinvolto molto perché il governo Italiano non si è fatto scrupoli nel calpestare i diritti di due cittadini per interessi puramente economici, ed è questo che non voglio che si ripeta, voglio vedere al potere qualcuno che sia in grado di difenderci, qualcuno che sia in grado di rappresentarci, perché noi non siamo così, e spero vivamente che nel nuovo cambio di generazione ci sia qualcuno che risponda a questi criteri e che diventi il nostro rappresentante.

Jacopo, 15 anni, dislessico

fonte: http://opinioneitalia.blogspot.it/

05/11/15

4 Novembre 2015, festa delle Forze Armate senza i #Marò




Le bugie sono per natura così feconde, che una ne suole partorir cento.
(Carlo Goldoni)

"Molti sono gli ambiti del nostro impegno nelle missioni all'estero. Tra di essi il servizio dei fucilieri di marina La Torre e Girone ai quali confermo pieno sostegno"

Queste le parole pronunciate oggi al Vittoriano dal Presidente Mattarella per dare il contentino riguardo alla vicenda marò a chi è ad oggi indignato per come sono stati abbandonati alla mercè indiana, come nella frase di Goldoni riportata in testa, questa bugia, ops dichiarazione, ha avuto eco da Roma a Bari dove anche il Presidente della Camera Boldrini ha dovuto citarli nella città natia di Salvatore Girone presente ad adempiere alle celebrazioni per i Caduti presso il Sacrario Militare, ed ecco la pilatesca dichiarazione del Presidente della Camera :

"C'è' un arbitrato come sapete. L’Italia ha espresso anche parere favorevole a questa decisione. E quindi noi a questo punto dobbiamo rimetterci alla decisione del tribunale dell’Aja che sta gestendo questo arbitrato"

Parole che suonano false in entrambi i casi, specie se rapportate a quanto emerso dai documenti presentati dalla delegazione Indiana al Tribunale del Diritto del Mare di Amburgo, documenti resi pubblici dal Tribunale e quindi accessibili a chiunque lo voglia, documenti ( Annex ) che riportano falsità e disinformazione riguardo ai fatti accaduti quel 12 febbraio 2012, falsità che dovrebbero indurre il Capo dello Stato ad esprimersi in altro modo denunciando il sequestro ancora in atto di Salvatore Girone, detenuto ( di fatto ) in attesa di giudizio da 45 mesi...

Condividiamo e sottolineiamo pertanto quanto scritto in mattinata su un social network da Paola Moschetti Latorre, fedele compagna di Massimiliano lasciando a Voi lettori il giudizio su questo dramma vissuto in prima persona non solo da due Militari Innocenti, ma anche dalle rispettive Famiglia : 

Oggi si celebra un 'altra festa delle forze armate e dell'unità nazionale, la quarta che cade sotto il segno di un'ingiustizia ancora pendente sulle spalle di due funzionari dello stato italiano, due uomini , due militari specializzati . Di sicuro oggi sarà nuovamente ricordata questa situazione ancora irrisolta , gli auspici di risoluzione, i passi mossi al fine di addivenire alla risoluzione rimarcando difficoltà ed errori passati . Ma ci si è mai chiesti come si vive da quasi 4 anni in una situazione di privazione della libertà senza che nemmeno un capo di imputazione sia stato espresso ? Ci si è mai chiesti come si affronta ogni giornata sapendo che nulla cambierà e mantenendo intatti dignità e compostezza , tra alti e bassi , malattie e malesseri e tutti i problemi da cui la vita non preserva ?
Sicuramente questo é un "unicum giuridico" domani ne parleranno i libri di storia ed i trattati di diritto internazionale ma oggi , questi anni ingiustamente sottratti schiacciano inesorabilmente con il loro peso , un peso che grava sempre di più sino a diventare insopportabile .
Di certo si deve essere orgogliosi di due militari che riescono così degnamente a sopportare una situazione così terribilmente incerta .
Auguri a tutti i militari italiani che tra tante difficoltà ogni giorno pongono la loro vita e la loro professionalità a servizio di noi tutti .
Auguri anche a colori che tra noi italiani credono in valori quali "unità nazionale" ed in questi lunghi anni hanno dimostrato quanto la stessa non sia meramente utopica ma una degna realtà !
fonte : https://www.facebook.com/paola.moschettilatorre?fref=nf

Riguardo ai sopra citati documenti indiani vi rimandiamo ad un link tramite cui è possibile analizzare punto per punto tutte le bugie indiane, perizie balistiche approssimate, rotte ed orari "arrotondati",  testimonianze "fotocopia", e una storia montata ad arte con la complicità di funzionari di polizia e media locali, http://www.seeninside.net/piracy
 una congiura a cui dai vertici della Marina Militare fino ai Vertici dello Stato è stata data scarsa importanza, una congiura implicante due soldati sacrificabili sull' altare delle commesse milionarie nel settore degli armamenti, settore in cui l' affamata e povera india dei paria non bada a ristrettezze, anzi... sembra quasi di rivedere una pellicola consumata, la corsa agli armamenti del secolo scorso precedente il secondo conflitto mondiale, quella del "volete burro o cannoni ?", quella dove il popolo affamato rispondeva "cannoni " in luogo del "burro" per saziare i propri figlioli affamati, resa cieca dagli interessi lontani dal bene comune e vicini a quelli dei grandi gruppi industriali, pronti a far profitto dalle sventure.


Invitiamo pertanto il Capo dello Stato e le più alte cariche Istituzionali ad evitare di fare dichiarazioni che puzzano di pressapochismo ed ignavia e ad aprire un inchiesta per individuare  colpe e responsabilità di chi li ha riconsegnati per ben due volte in india nonostante il codice penale di quel paese preveda la pena di morte ed inoltre a battersi duramente in ogni sede internazionale  affinchè Salvatore Girone possa essere rimpatriato in attesa del giudizio della corte arbitrale, soluzione questa,ahimè, tardiva e lesiva della salute dello stesso Girone confinato nel limbo indiano.
 
di Antonio Milella
 

IL GRANDE SEGRETO DEI MARO' .......................




IGNOBILI le verità che continuano ad emergere, MA, prima di leggere il libro di Toni Capuozzo, presumevo di conoscere più o meno tutto, perlomeno tecnicamente. Dall'inizio e per fondati motivi sono assolutamente convinto della loro assoluta INNOCENZA. Invece non avevo recepito bene che il PRIMO chiodo sulla bara dei Marò è stato piantato proprio da alcuni superiori e commilitoni della MM, che hanno con leggerezza ignobile divulgato opinioni sulla loro colpevolezza, senza neppure ascoltare le loro dichiarazioni ufficiali sulla dinamica dell'evento. ANZI, caricando di critica e sarcasmo gli atteggiamenti di estrema DIGNITA' davanti ai loro carcerieri e indicandoli come espressioni di machismo( tipo Rambo, da "cervelli flippati"...), mentre noi li vedevamo come altissimi esempi di dignità, compostezza e onore militare, quali sono... INFAMI, mediocri e squallidi rappresentanti di sottoboschi carrieristici e governativi hanno enormemente influito sulla incongruità, passività e debolezza della risposta diplomatica e legale. Staffan De Mistura, il Rapporto Piroli, i risarcimenti ai pescatori e all'innominabile proprietario del peschereccio, le falsificazioni della polizia indiana, l'ignobile Oomen Chandy.........gli interessi ECONOMICI e gli AFFARI di questo sciagurato stato italiano, da non confondersi con la NAZIONE in cui crediamo! Il grande segreto dei Marò è il TRADIMENTO continuativo, ancora più odioso perchè continuamente occultato dalle DICHIARAZIONI ripetitive di STIMA e SOLIDARIETA', come anche OGGI, 4 novembre....NON ci dobbiamo credere, SE i fatti non lo confermeranno, se comodamente e passivamente si aspetterà l'esito dell'arbitrato, come se dovessimo sempre farci levare le castagne dal fuoco DAGLI ALTRI. Ricordo che giusto ieri, in risposta alle minacce del governo libico di Tobruk e alla dissacrazione del cimitero italiano di Tripoli, il ministro gentiloni dichiarava la disponibilità italiana alla ricostruzione della Libia!!!....oh Israele, oh Inghilterra, oh Stati Uniti, oh Russia,...e ancora altri, PERCHE', come voi, non abbiamo ancora una classe dirigente che muova le forze di questo Paese, costi quel che costi, per DIFENDERE la vita, la dignità e l'onore dei propri più dignitosi rappresentanti, in questo caso SOLDATI !!!.....Le Famiglie dei Marò soffrono ormai da troppo, e qui si parla ancora di "spiattellamenti" e soprattutto si è perduta l'umanità e la pietà, da parte di mediocrissimi, limitatissimi e immaturi "travet" che si autodefiniscono governanti.

Antonio Seraglia - 4 novembre 2015 

Clandestini, Frontex è più dura di noi: "Subito a casa o in cella fino a 18 mesi"


L'agenzia sposa le tesi di legalità del centrodestra: "L'arresto è un diritto". È la certificazione del fallimento della formula buonista scelta con i Cie


Gli immigrati irregolari vanno arrestati e se non fosse possibile rispedirli il prima possibile a casa, possono restare detenuti per 18 mesi.




Non lo dice uno scatenato leghista, ma Fabrice Leggeri, il direttore esecutivo di Frontex, l'agenzia europea per il controllo dei confini in prima linea nell'emergenza immigrazione. In una breve intervista al quotidiano tedesco Bild , il francese, che guida Frontex da gennaio, ha anche annunciato che dall'inizio dell'anno «sono stati registrati 800mila ingressi irregolari alle frontiere della Ue». Un aumento del 250% rispetto agli arrivi dei migranti nello stesso periodo del 2014.
La sferzata, però, è arrivata sui clandestini. Leggeri, senza peli sulla lingua, ha dichiarato: «Chi è entrato irregolarmente e non ha diritto all'asilo, deve rapidamente essere ricondotto nel proprio Paese. Per poter agire in tal senso, sono necessari dispositivi di accoglienza, nei quali dovranno poter essere detenuti in caso di necessità». In Italia esiste l'esperienza fallimentare dei Cie, i centri di accoglienza ed espulsione, invisi alla sinistra dura e pura. Il capo di Frontex sottolinea, che «secondo il diritto europeo, è possibile trattenere in stato di arresto gli immigrati irregolari fino a 18 mesi, per aver tempo di organizzare il rimpatrio. I singoli Paesi dovrebbero conseguentemente applicare questo diritto». In Italia ne tratteniamo sempre meno e per novanta giorni. Nella gran parte dei casi identifichiamo l'irregolare consegnandogli una specie di foglio di via nella vana speranza che se ne vada da solo.
I Cie in funzione sono cinque, ma secondo dati della Polizia di Stato del 2013 gli immigrati irregolari trattenuti erano 6.016. Meno della metà, ovvero 2.749, è stata effettivamente rimpatriata. Il numero complessivo dei clandestini rimandati a casa attraverso i Cie nel 2013 risultava essere lo 0,9% del totale degli immigrati irregolari che si stima fossero presenti sul territorio italiano.
Leggeri, numeri alla mano dell'«invasione» migratoria, avverte che «i Paesi della Ue devono prepararsi ad affrontare una situazione molto difficile nei prossimi mesi. Ho paura che non abbiamo ancora raggiunto il picco».
Ieri il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ha rivelato che quest'anno sono arrivati a casa nostra 141mila migranti con 942 sbarchi, il 10% in meno rispetto allo stesso periodo del 2014. Le maggiori percentuali per nazionalità sono per il 27% eritrei, il 14% nigeriani, l'8% somali, il 6% sudanesi e il 5% siriani. Somali e siriani fuggono da una guerra e hanno diritto all'asilo, ma risultano in netta minoranza. Per i nigeriani dipende da quali regioni del loro paese arrivano. La guerriglia dei tagliagole di Boko Haram è limitata al Nord Est del Paese. In Sudan la situazione è relativamente normalizzata e gli eritrei fuggono da un sistema dispotico, ma non da un conflitto come quello siriano. Nel rimanente 40% di arrivi si annidano un gran numero di clandestini, che dovrebbero venir «arrestati» come sostiene il capo di Frontex e rispediti a casa.
Nel frattempo sul fronte balcanico si sta aprendo una nuova rotta che arriva dritta in Friuli-Venezia Giulia. La polizia croata ha fermato un gruppo di curdi che dalla Grecia sono passati per l'Albania, il Montenegro e la Bosnia. Dalle mappe con il tragitto da seguire che avevano quando sono stati intercettati a Plitvice, le prossime tappe erano Fiume e Trieste. Per poi proseguire verso l'Austria attraverso il confine di Tarvisio evitando la rotta slovena totalmente ingolfata.

- Gio, 05/11/2015
fonte: http://www.ilgiornale.it
 

03/11/15

L'immigrazione di massa e la rovina dell'Europa

  • In Germania, dove i trafficanti di esseri umani ora abbandonano gli immigrati illegali sulle autostrade, le autorità non reagiscono cercando di intercettare o scoraggiare questi criminali, ma installando nuovi segnali stradali che avvertono i conducenti della presenza di potenziali pedoni sull'autostrada.
  • Solo il mese scorso, sulle coste greche sono stati registrati più sbarchi di migranti che nell'intero 2014.
  • Se i principali media continuano a ricordare a tutti come i giovani immigrati rivoltosi in Francia e in Gran Bretagna siano ora mossi da motivi legati alla disuguaglianza economica, provate a immaginare l'entità dei disordini che scoppieranno una volta che gli Stati assistenziali europei non potranno più finanziare "mezzo pianeta" e saranno costretti a tagliare le prestazioni sociali.
  • Nessuno, però, soprattutto i media, attribuisce ai migranti la responsabilità delle loro azioni.
  • È questo il vero dramma dell'evolversi della crisi dei rifugiati in Europa: oltre a coloro che fuggono dalle zone di guerra, la maggior parte dei migranti che si accalcano alle frontiere e lungo le coste europee non sembra versare in stato di reale o disperato bisogno.
Con l'Unione Europe che sta cedendo il controllo delle sue politiche in materia di immigrazione ai trafficanti di esseri umani, la crisi dell'immigrazione in Europa continua a raggiungere nuovi picchi da capogiro. Corre voce che la fortezza Europa non sia inespugnabile. Dal Marocco alla Turchia, il traffico di essere umani si è trasformato in un grande affare irresistibile.
Dai piccoli criminali alle squadre di terroristi di Hamas – per 2.500-3.000 dollari a persona – sono in molti a non voler essere tagliati fuori da questo affare lucrativo che è stato creato dalla inerzia collettiva dell'UE.
In Germania, dove i trafficanti di esseri umani ora abbandonano gli immigrati illegali sulle autostrade, le autorità non reagiscono cercando di intercettare o scoraggiare questi criminali, ma installando nuovi segnali stradali che avvertono i conducenti della presenza di potenziali pedoni sull'autostrada.
Anche prima che avesse inizio l'immigrazione di massa del 2015, la Germania era alle prese con circa 250.000 richiedenti asilo – senza tenere conto dei clandestini già presenti nel paese. La recente ondata migratoria avrebbe spinto queste cifre a toccare livelli record.
La tendenza in Germania si limita a rispecchiare la dimensione globale della crisi migratoria europea. Nel luglio 2015, si stima che circa 50.000 profughi siano entrati in Grecia, registrando così un aumento del 750 per cento. Solo il mese scorso, sulle coste greche sono stati registrati più sbarchi di migranti che nell'intero 2014.
Marco Trips, a capo della Federazione municipale della Bassa Sassonia, ha detto ai giornalisti locali che "il sistema è già crollato". Questa sensazione è condivisa dai comuni di tutto il paese. Segnando un passo storico, il governo federale tedesco ha chiesto all'esercito di contribuire all'allestimento di nuove tendopoli e all'erogazione di servizi sanitari di base destinati a un numero sempre più crescente di profughi.
La maggioranza di coloro che entrano illegalmente in Europa non sembra essere in fuga dai conflitti armati, ma in cerca di una vita migliore in un paradiso del benessere. La risposta dell'Europa è quella di risolvere il problema con il denaro – ma l'Europa non ha i soldi. Il ministro della Difesa britannico Michael Fallon ha detto che i 12 miliardi di sterline (19 miliardi di dollari) di aiuti all'estero possono "scoraggiare" l'immigrazione di massa.
I sistemi europei di welfare, finanziati sempre più dai debiti dei governi negli ultimi decenni, mostra segni di un crollo imminente. Non si intravede ancora la fine della crisi del debito greco, nonostante i ripetuti pacchetti di salvataggio per un ammontare di 326 miliardi di euro (375 miliardi di dollari). La crescita economica lenta, la disoccupazione giovanile elevata e l'invecchiamento della popolazione rende il modello sociale europeo sempre più insostenibile.
Se i principali media continuano a ricordare a tutti come i giovani immigrati rivoltosi in Francia e in Gran Bretagna siano ora mossi da motivi legati alla disuguaglianza economica, provate a immaginare l'entità dei disordini che scoppieranno una volta che gli Stati assistenziali europei non potranno più finanziare "mezzo pianeta" e saranno costretti a tagliare le prestazioni sociali.

Migranti africani accampati sulla spiaggia di Ventimiglia, in Italia, nei pressi del confine francese, mentre attendono che si presenti l'opportunità di entrare in Francia. (Fonte dell'immagine: AFP video screenshot)

La risposta dell'Europa a questa imminente rovina finanziaria consiste nell'aumentare il numero di coloro che ricevono sussidi o, ancora meglio, "nell'invitarli", senza riuscire a garantire la sicurezza delle frontiere.
I burocrati dell'Unione Europea non solo si rifiutano di effettuare gli essenziali controlli alle frontiere, ma ammoniscono qualsiasi Stato membro dell'UE che intenda garantire la sicurezza dei propri confini. I politici europei e i principali media si sono mobilitati contro la decisione dell'Ungheria di erigere una barriera di filo spinato lungo il suo confine meridionale. L'emittente pubblica americana PBS ha diffuso un report che parla ai telespettatori della "nuova Cortina di ferro" ungherese. L'Associated Press ha parlato di anonimi "oppositori" che hanno paragonato la recinzione ungherese alle "barriere dell'epoca comunista, come il Muro di Berlino".
A Bruxelles, i burocrati dell'UE vogliono imporre ai 28 Paesi membri un'unica politica in materia di asilo, chiedendo loro di accogliere più migranti. Secondo questa politica comune i richiedenti asilo che entrano nell'Unione Europea saranno divisi tra gli Stati membri dell'UE.
L'Ungheria, che solo quest'anno ha registrato l'arrivo di 60.000 migranti, entrati per lo più dalla Serbia, continua ad essere l'oppositrice più accanita della politica proposta da Bruxelles.
Il premier ungherese Viktor Orbán è stato di fatto ostracizzato dai politici e dai media europei per non essersi conformato alla politica in materia di immigrazione dell'UE. In contrasto con la posizione dell'Unione Europea, egli ha chiesto di operare una "distinzione" tra i cittadini appartenenti ai Paesi membri dell'UE che si muovono in Europa e gli stranieri non appartenenti all'Unione Europea. "Ci sono immigrati economici che sono in cerca di una vita migliore. (...) Purtroppo, in Ungheria, non possiamo dare lavoro a tutti questi immigrati", ha detto Orbán, definendo "assurda e al limite della follia" la proposta di Bruxelles ai Paesi membri di accogliere un maggior numero di profughi.
L'Europa che è stata duramente colpita da una crisi finanziaria, non è in grado di fornire alloggi, lavoro e prestazioni sociali alle migliaia di persone che quotidianamente sbarcano sulle coste europee e attraversano i confini. I giornali tedeschi sono pieni di racconti di immigrati che sono rimasti delusi dopo l'arrivo in Europa, e quasi sempre i giornalisti invocano un'azione urgente per affrontare questo malcontento. Tali "delusioni" spesso si trasformano in scontri violenti. La polizia tedesca è parecchio impegnata a impedire che le bande rivali di migranti ingaggino guerriglie contro gli agenti.
Nessuno, però, e soprattutto i media, attribuisce ai migranti la responsabilità delle loro azioni. I principali mezzi di comunicazione tedeschi si rifiutano di trarre conclusioni, in modo da non "alimentare stereotipi negativi". Un giornalista del quotidiano Tageszeitung ha anche scritto di un elaborato complotto del governo che spinge gli immigrati a diventare violenti – presumibilmente solo per metterli in cattiva luce.
Il Tageszeitung ha inoltre pubblicato un articolo che denuncia le "condizioni allarmanti" in cui versano i profughi che sbarcano sulle isole greche. Il pezzo era accompagnato dalla foto di ragazzi sorridenti, sani e robusti, in posa per un "selfie" sui loro smartphone, per immortalare il momento in cui festeggiano il fatto di essere riusciti ad abbandonare una "zona di guerra" o una profonda "miseria economica".
È questo il vero dramma dell'evolversi della crisi dei rifugiati in Europa: oltre a coloro che fuggono dalle zone di guerra, la maggior parte dei migranti che si accalcano alle frontiere e lungo le coste europee non sembra versare in stato di reale o disperato bisogno. La disparità economica in altri continenti non dovrebbe obbligare gli europei a spalancare le porte all'immigrazione di massa.
Questa crisi sembra essere di fabbricazione europea – e sembra essere la conseguenza logica dei sistemi di welfare basati sul debito e del disprezzo mostrato dall'UE per i confini nazionali.


02/11/15

I marò sono innocenti, tutte le falsità indiane - Annex 5


ANNEX 5: Ricerca delle Armi

In questo documento verrà fatta l'analisi dell'allegato "ANNEX 5" ai documenti indiani depositati presso il Tribunale Internazionale per la Legge del Mare di Amburgo il 6 Agosto 2015

Search list for weapons, 26 February 2012

Il documento è l'elenco del materiale rinvenuto e in parte sequestrato sulla Enrica Lexie durante il sopralluogo del 25/2/2012, alla presenza dei rappresentanti italiani.

Si tratta di armi (fucili, mitragliatrici e pistole), munizioni, giubbotti antiproiettili.

Il materiale è stato rinvenuto in due cabine della nave (n.405 e n.329)
Cabina n.329
Pag. 5
Nella cabina n. 329 in un armadio sono custodite 15 scatole di munizioni.

In una scatola n. 820 cartucce per pistola cal. 9mm e nella scatola n.22 n. 250 colpi cal. 7.62 mm. (ndr: totale 1070 colpi)

In un elenco di 13 scatole (dalla n.9 alla n.21) sono custoditi un totale di n. 7.520 colpi cal. 5.56mm

Dalla scatola n. 16 sono prelevati n. 26 proiettili ordinari (ndr: cal. 5.56mm) e dalla scatola n. 19 sono prelevati n. 24 proiettili traccianti (ndr: cal. 5.56mm)


ANNEX 5 Materiali 329
ANNEX 5: I Materiali rinvenuti nella Cabina nr. 329 Cabina n.405

Cabina n.405
In questa cabina sono stati custoditi fin dal 16/2/2012 armi, parte delle munizioni, giubbotti antiproiettile e materiali vari.

Il giorno 16/2 la cabina n. 405 è stata sigillata dal comandante della nave, poi il 22/2 dai funzionari doganali.

Viene riaperta il 25/2 alla presenza dei funzionari indiani e dei rappresentanti italiani. Tutto il materiale è stato fotografato e filmato, quindi scritti gli elenchi sia del materiale sequestrato che di quello non sequestrato.

Pag. 4, III capoverso:

"the articles which are non seized in this cabin were listed in separate inventory" (gli articoli non sequestrati in questa cabina sono stati elencati nell'inventario separato) - In this cabin 2 boxes of ammunition having 200 rounds each of 5.56mm. Another box contain 250 rounds of 7.62mm (In questa cabina 2 scatole di munizioni con 200 colpi ciascuno di 5.56 millimetri. Un'altra scatola contiene 250 colpi di 7.62 millimetri)


List of articles seized during search conducted in Enrica Lexie

(Elenco degli articoli sequestrati durante la ricerca condotta in Enrica Lexie)
Vedi pag. 6 e 7;


ANNEX 5 Sequestro 405
ANNEX 5: I Materiali Sequestrati nella Cabina nr. 405


List of articles inside cabin n. 405

(Elenco degli articoli all'interno della cabina n. 405) [ndr: non sequestrati]

Vedi pag. 8
ANNEX 5 Materiale NON sequestrato 405
ANNEX 5: I Materiali NON Sequestrati nella Cabina nr. 405


"The search of the two cabins was completed. Another search list is preparated. The entire area of the ship will be verified with help of customs official and it will noted on the mahassar. The search are finished at 12 nigth" (La ricerca delle due cabine è stata completata. Un altro elenco di ricerca viene preparata. L'intera area della nave sarà verificata con l'aiuto del funzionario doganale e sarà indicato sul mahassar. Le ricerche sono finite alle 24).
Discussione

Come si può verificare da tutto il documento ad ogni arma rinvenuta (sequestrata o non sequestrata) comprese le canne di ricambio (spare barrel) è indicato il numero di matricola.


Nella pagina n. 9 possiamo facilmente ipotizzare che le sei armi in elenco siano pistole semiautomatiche Beretta 92FS che hanno un caricatore capace di 15 cartucce. Quindi ogni pistola è stata rinvenuta con un caricatore completo di cartucce inserito + 1 caricatore completo di cartucce di riserva.

Le pistole cal. 9 mm. in dotazione dei singoli militari e le cartucce relative (sia quelle trovate nella cabina 329, sia quelle nei caricatori) non sono state giudicate di interesse per l'indagine e quindi non sequestrate.

Poiché sono state trovate cartucce cal. 7.62 mm. in entrambe le cabine e nello stesso elenco sono indicate "Machine Gun 7.62 1 NO", "Spare barrel for MG 1 NO" e "MG ammunition box 1 having 250 rounds" sarà bene approfondire la questione che si presta a un disaccordo interpretativo.

Attendibilità del documento "Search list for weapons, 26 February 2012"


Il documento in questione pur portando nel titolo la data del 26 Febbraio in realtà si riferisce a un sopralluogo effettuato il 25 Febbraio, iniziato alle 1:15 PM (13:15 ora locale) e terminato alle ore 12:00 PM (ore 24.00).

Nel "Rapporto Balistico" (ANNEX 7) è elencata l'ora del sequestro dei vari materiali, a partire dalle ore 04:00 PM alle ore 10:00 PM, sempre del giorno 25/2/2012;
(numerazione delle pagine come indicata nel documento originale, a mano in alto a destra)


ANNEX 5 Il documento
ANNEX 5: Il Documento



Dobbiamo anche notare che:

- gli elenchi del materiale sequestrato riportano in calce alla pagina nominativi e firme autografe dei testimoni, indiani e italiani [ 6 ] [ 7 ] [ 8 ];

- per l'apposizione della firme è stato realizzato uno schema grafico con l'elenco dei nominativi scritti a sinistra e le firme autografe apposte a destra ([ 6 ] [ 7 ] [ 8 ] in azzurro);

- tutto il materiale sequestrato è stato sequestrato il giorno 25/2/2012;

- la dichiarazione scritta del Console italiano Cutillo (11 ]) relativa a osservazioni e riserve è del 25/2/2012

Come si vede bene dall'immagine a seguire lo schema è "giudiziario": la pag. 8 (nel documento il numero di pagina è indicato a mano in alto a destra) contiene solo le ultime tre voci dell'elenco di sequestro di armi e munizioni, ma sulla stessa pagina devono essere apposte tutte le firme degli intervenuti.

Così come dovrebbero essere apposte tutte, ovviamente, su ogni pagina del verbale di sequestro, dalla no.1 all'ultima.

E' prassi abituale, non esiste un documento giudiziario che verbalizza un atto in contraddittorio che non sia firmato su tutte le pagine da tutti gli aventi titolo.

Serve ad evitare successive ipotetiche manipolazioni. A questo scopo nel documenti giudiziari non ci possono essere neanche correzioni, cancellature o abrasioni.
ANNEX 5 pagina 8
ANNEX : dettaglio della pagina 8

ANNEX 5 pagina 5
ANNEX 5: pagina 5

Questo però non accade per le altre pagine del documento (vedi pag.5) che oltre a non portare nessuna firma apparentemente fa iniziare il documento dalla pag. 5;

Questa assenza delle firme da parte degli aventi diritto, e peraltro presenti e firmatari nelle pagine dove si elenca il materiale posto a sequestro, rende il documento "Search list for weapons, 26 February 2012" giuridicamente nullo, inutilizzabile in dibattimento processuale.

E' ovvio, sulla prima pagina mancano le firme non solo dei testimoni italiani, ma anche quelle degli stessi testimoni indiani!

Manca l'identificazione dei presenti (lei chi è? Napoleone, e lei? Giulio Cesare... la signora invece è la sorella di Lucrezia Borgia). Manca addirittura il numero delle pagine quando nei documenti giudiziari si scrive "pagina n. x di xx"

Insomma, non è che il sottoscritto vuole esercitare l'arte del cavillo giuridico, ma è ovvio che questo documento sarebbe rigettato in qualsiasi Tribunale, e lo può confermare qualsiasi avvocato.

Non si vuole sostenere che tutto il documento sia "falso", si vuole sostenere che "potrebbe" essere stato formato in modo da rappresentare una realtà diversa dal vero. E poichè in questa vicenda il "potrebbe" prende troppo spesso il posto dello "è" e il potrebbe passa poi inspiegabilmente per "vero" è bene approfondireper quanto è possibile.

La mitragliera cal. 7.62mm



BerettaMG42-59
ANNEX 5 Pag.5 Brano 1
ANNEX 5: (Pag.5) Munizioni 7.62 nella cabina 405


Alla pag. 5 (o 1, non i capisce quale numero debba prevalere fra quello stampato in alto al centro o quello scritto a mano in alto a destra) del documento si legge che:

- nella stanza 405 insieme alle altre armi e cartucce (tutte cal. 5.56) è stata trovata una scatola con 250 cartucce cal. 7.62mm.

A seguire a pag. 6 (o 2):

ANNEX 5 Pag.6 Brano 2
ANNEX 5: (Pag.6) Munizioni 7.62 nella cabina 329


- nella stanza 329 insieme alle altre cartucce (tutte cal. 5.56) è stata trovata una seconda scatola (la n.22) con 250 cartucce cal. 7.62mm. Ma nel successivo elenco di 13 scatole la scatola n. 22 manca.
Infine nella pag. 9 (scritto a mano in alto a destra) troviamo:

ANNEX 5 Pag.9 Brano 3
ANNEX 5: (Pag.9) Materiali presenti (non sequestrati) nella cabina 405


List of articles inside cabin n. 405 (Elenco degli articoli all'interno della cabina n. 405 [ndr: non sequestrati])

Alle voci da 1 a 6 abbiamo le pistole di ordinanza (le Beretta 92FS hanno caricatori da 15 colpi), poi materiale vario e, di particolare interesse:

·             - Machine Gun 7.62 - 1 NO
·             - Spare barrel for MG - 1 NO (ndr: canna di ricambio)
·             - MG amminition box - 1 having 250 rounds

C'è tutto per il perfetto mitragliere!

Ma ci sono alcuni elementi di evidente contraddizione:

(1) Mancano i numeri di matricola

Se veramente si trattasse di armi e canne di ricambio sarebbe stato indicato il numero di matricola come per tutte le altre armi, caricatori o canne di ricambio rinvenute, sia che esse risultino sequestrate (fucili, caricatori, etc...) che non sequestrate (pistole)

(2) Non c'e' il sequestro

E' chiaro che tutto quello di interesse per l'indagine è stato sequestrato. Pistole e cartucce di pistola non sono state sequestrate perché non interessanti all'indagine.

E' ovvio che ritrovando una mitragliatrice (Machine Gun), la sua canna di ricambio (Spare Barrel) e le sue munizioni (Ammunition) tutto in cal. 7.62 mm questo materiale sarebbe stato di interesse per l'indagine e quindi sequestrato.

(3) Non c'e' l'invio al Forensic Science Laboratory

Tutto il materiale sequestrato (armi, caricatori, canne di ricambio, munizioni, giubbotti antiproiettile) è stato inviato al Forensic Science Laboratory per le analisi balistiche e da questo regolarmente elencato (vedi ANNEX 7).

Non c'è traccia ne di Machine Gun, ne di canna di ricambio ne di cartucce in cal. 7.62mm.

In sostanza oltre ai fucili Beretta e le mitragliatrici Herstal tutti in cal. 5.56mm gli inquirenti indiani trovano un'altra potenziale arma del delitto in cal. 7.62mm e la ignorano.

La "stranafirma"


Osserviamo quindi la pag.9 del documento. (ndr: quella in cui compare la "Mitragliera 7.62").

Per come si presenta, redatta priva di data, numerata in sequenza con le altre ovvero preceduta e seguita da pagine datate 25/2 (la pag.10 è il sigillo (apposto dai funzionari indiani alla Cabina 405 il 22/2) e rimosso il 25/2sembrerebbe far parte anche essa degli elenchi redatti durante il sopralluogo svolto alla presenza dei testimoni italiani che come si legge alla pag. 6 (o 2) termina alle 24:00.
Immediatamente dopo, nel cuore della notte e illuminate dai fari, ha luogo il trasbordo a terra delle casse con il materiale sequestrato. Casse sigillate e controfirmate dai presenti.

25/2 Sequestro Armi



Se non fosse che tre solerti funzionari indiani firmandola aggiungono di proprio pugno la data [ A ] evidenziando così che la formazione dell'elenco a pagina 9 non avvenne in occasione del sopralluogo ma il giorno successivo 26/2. Redatto dagli inquirenti indiani in splendida solitudine.

Balza inoltre agli occhi la mancanza dell'apposito riquadro per le firme usato il giorno prima e opportunamente presente nelle pagine precedenti. [ B ]

ANNEX 5 Analisi Pag.9
ANNEX 5: La Pagina 9 del Documento nel Dettaglio


Le firme vengono apposte sotto l'elenco secondo un ordine casuale. Mancano tutte le firme italiane tranne una, quella apposta probabilmente per ultima. [ A ]

Successivamente, forse per permetterne l'identificazione, "qualcuno" (certamente non chi ha apposto la firma) aggiunge a mano "qualcosa", una sorta di stampatello, tipo "timbro" commettendo però uno svarione micidiale[ B ]


ANNEX 5: Analisi delle firme di pagina 9
ANNEX 5: Firme Pagina 9



La "firma" in realtà sarebbe quella della Capitano di Fregata Francesco Marino (M.A.V.M. - Responsabile dell'addestramento della componente anfibia della Marina Militare e futuro Vice comandante del Reggimento San Marco) che abbiamo già visto come ultimo firmatario italiano nel riquadro utilizzato per certificare alcune pagine il giorno 25/2; [ C ]

Ma il "qualcuno" che aggiunge "qualcosa" sbaglia e invece che il nome giusto ci mette quello di "Jean Paul PIERINI" che era già stato indicato come "Commander" alla pagina 5 (o 1, quella senza firme).

ANNEX 5: Analisi delle firme di pagina 9

ANNEX 5: (Pag.5): I Rappresentanti del Governo italiano presenti al sopralluogo.


In realtà Pierini, che non firma i verbali di sequestro, è il consulente legale della Marina Militare, come si può facilmente verificare dal suo curriculum che è in rete (fonte: Linkedin)



Jean Paul Pierini:

Legal Adviser CINCNAV - Rome (ndr: Comando in Capo della Squadra Navale)

Italian MOD - Navy (ndr: Ministero della Difesa - Marina)
novembre 2008 – settembre 2012 (3 anni 11 mesi)

Se quella è la sua firma basta chiederlo a lui.

Considerazioni circa la ricerca delle armi

E' bene ricordare alcune notizie che apparvero sulla stampa indiana riguardo alle armi usate nella vicenda della Enrica Lexie, notizie riprese criticamente dalla stampa italiana visto che le autorità indiane a un certo punto tornano sulla Lexie a cercare altre armi:

25 febbraio 2012
Sequestro armi - è il presente documento (ANNEX 5)

Al termine di una perquisizione a bordo della Enrica Lexie la polizia sbarca quattro casse di materiale. Pistole e fucili d'assalto Beretta, mitragliatrici Minimì, migliaia di munizioni, e altre dotazioni. L'intero arsenale del team militare italiano finisce in mano alla polizia del Kerala. Sarà trasferito a Delhi solo dopo la pronuncia della Suprema Corte (18 gennaio 2013) che sentenzia la mancanza di giurisdizione dello Stato del Kerala sul caso.

4 marzo 2012
Il calibro dei colpi refertati durante l'autopsia non corrisponde (ANNEX 4)
La stampa riportando le dichiarazioni del Prof. K.Sasikala, che ha effettuato l'autopsia sulle due vittime descrive i proiettili estratti dai corpi. Misure incompatibili con i proiettili impiegati dai militari italiani, verosimilmente un proiettile russo calibro 7.62x54R.

4 aprile 2012
Ballistic Expert Report No B1-1001/FSL/2012, 4 April 2012 (ANNEX 7)

Tutte le armi sequestrate sono in cal. 5.56; Il "Rapporto Balistico" conclude che i colpi che hanno ucciso le due vittime sono state sparate da due fucili dei 6 sequestrati, entrambi Beretta SC 70/90 in cal. 5.56mm.

4 aprile 2012
Gli inquirenti tornano a bordo della Enrica Lexie per cercare l'arma mancante

Lo stesso giorno 4 aprile gli inquirenti indiani tornano sulla Lexie a cercare un'arma che non si sarebbe trovata, smentendo le conclusioni del rapporto balistico che identifica due delle armi già sequestrate il 25 febbraio.

Secondo il Times of India, gli investigatori "sospettano che una delle armi in dotazione ai militari debba essere ancora sequestrata" - "l'arma usata da uno dei marò non è fra quelle sequestrate a bordo della nave". Si viene anche a sapere che alcuni giorni prima, il 30 marzo 2012, la polizia era tornata a bordo della nave, per interrogare gli altri quattro marò rimasti a bordo in particolare ai quattro marò sono stati chiesti particolari riguardanti le matricole e la descrizione delle armi a disposizione.

10 aprile 2012
Compatibilità delle rigature

Il responsabile dell'indagine balistica dichiara la "compatibilità delle rigature" fra i proiettili repertati nelle salme e quelli sparati dai fucili sequestrati. Si smentisce la smentita.

11 aprile 2012
Marò agli arresti, i periti indiani sbagliano fucile. «Non c'erano Arx-160 a bordo della Enrica Lexie»

Le autorità indiane dichiarano che i fucili che hanno sparato contro i pescatori sono i Beretta ARX 160; Si tratta di un fucile sperimentale non ancora in servizio, si smentisce nuovamente il Rapporto Balistico che aveva identificato i fucili sequestrati Beretta SC 70/90.

14 aprile 2012
Il Rapporto Balistico sui media italiano

Sulle TV italiane viene mostrato il Rapporto Balistico indicando praticamente a reti unificate che il documento rappresenta "la prova" della colpevolezza dei due accusati. Il documento per quanto è possibile vedere appare pesantemente manipolato.

11 maggio 2012
Trovate le armi che hanno sparato, ma sono quelle sbagliate

L'Ammiraglio Alessandro Piroli al termine di una inchiesta sommaria redige un rapporto nel quale si riportano le conclusioni a cui erano giunte le Autorità indiane. E' altamente probabile che a uccidere furono i fucili italiani, ma non sono quelli di Latorre e Girone ma quelli di altri due fucilieri.
ANNEX 5 Conclusioni
Questo documento "Search list for weapons, 26 February 2012" non ha ovviamente valenza giudiziaria. Qualora fosse presentato in Tribunale sarebbe rigettato perché mancano le firme su tutte le pagine, l'identificazione dei convenuti etc.

Inoltre gli estensori sarebbero chiamati a spiegare la questione delle firme apposte sulla parte di documento formata il 26/2;

Quanto alla "Machine Gun 7.62" qualche giornalista fantasioso ci potrà montare un pezzo di colore in chiave colpevolista (Forse, in fondo all'oceano indiano, c'è la prova che inchioda alle loro responsabilità.... )

Diciamo che la formazione di questo documento si presta, come al solito, a liberare la fantasia del lettore sprovveduto che può formarsi una sorta di realtà romanzesca.

Resta il fatto che su questo documento ci sono firme false, a meno di credere che quella sia la firma del Consulente Legale della Marina Militare.

Nel merito del fatto specifico l'aver dimostrato nella sua piena evidenza l'alterazione del documento avvenuto in un momento successivo a quello della firma non è mera questione di forma, quanto di metodo. Sarà compito della Corte valutare con cura per comprendere se e quanto questo metodo sia stato impiegato dalle Autorità indiane nel redigere anche tutti gli altri atti.

E la presenza della Machine Gun non si dimostra con le firme false.