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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

25/11/15

Sicurezza - "Soldati armati in strada: "Sono solo un bersaglio" "

Parla il presidente del Tribunale militare di Roma "Hanno le mani legate. Impiego solo di facciata"


SICUREZZA: LA RUSSA, 2500 MILITARI PER PATTUGLIAMENTO 
 
I militari spediti a presidiare le fermate della metro e i monumenti di Roma «hanno un valore simbolico, di facciata. Sono di fatto dei bersagli». Lo dice il nuovo presidente del tribunale militare di Roma, Filippo Verrone, una carriera nella procura di Napoli, in un territorio dove le forze armate sono state impiegate contro il cancro mafioso ben prima che quello terrorista sequestrasse la nostra quotidianità, è arrivato da pochissimi mesi in una Capitale sconvolta e "militarizzata".
 
 
Presidente, cosa pensa dei soldati dispiegati nelle strade contro la minaccia del terrorismo?
«Può essere un deterrente, ma è soprattutto un fatto simbolico. Non vedo una grossa una capacità di intervento almeno per come sono impiegati. Sono gente dello Stato tra la gente».
 
 
Rischiano di fare bersagli?
«Sono di fatto dei bersagli. Sono i rischi che si corrono ovviamente, ma io propenderei per un impiego più professionale, visto che abbiamo un esercito di professionisti. L'idea di utilizzare le forze armate in momenti di particolare difficoltà come l'attuale o in realtà sociali difficili è ottima. Però così come avviene mi sembra un impiego di facciata. Vedo ragazzi in divisa che presenziano in zone sensibili ma con possibilità di intervento ridotte allo zero, perché legittimati a intervenire solo in caso di avvenuta aggressione».
 
 
Da anni si discute dell’abolizione dei tribunali militari, considerati anacronistici e costosi. La guerra portata dall'Isis può rivalutarli?
«Se si entrasse in guerra con il califfato islamico come il presidente francese ha sostenuto, con l’applicazione del codice di guerra potremmo entrare in gioco noi, con degli aggiustamenti normativi. Rimarremmo inseriti nell’ordinamento democratico con la garanzia dell’indipendenza assicurata dal nostro organo di autogoverno. I tribunali militari sono una risorsa da non disperdere».
 
 
Nel 2007 furono ridotti da 9 a 3. Lo scorso anno il governo Renzi voleva lasciare solo Roma...
«Già nel 2007 la politica avrebbe dovuto compiere una scelta: abolire la giurisdizione militare, oppure incrementarla e razionalizzarla. Forse siamo uno strumento che si vuole mantenere solo in maniera potenziale. Eppure avremmo una maggiore capacità dei nostri colleghi della giustizia ordinaria di mettere le mani anche nelle spese della Difesa».
 
 
Cosa pensa della proposta di trasformare i tribunali militari in sezioni speciali?
«Ha un solo merito: tenta di superare le resistenze ideologiche che frenano la razionalizzazione della giurisdizione di una struttura legata al ministero della Difesa. In questo modo si creerebbe un legame con il ministero della Giustizia».
 
 
Cosa pensa della vicenda dei Marò?
«Se fossero stati giudicati da un tribunale militare credo che l’Italia non avrebbe avuto problemi con l'India. Infatti c'è stato un momento in cui il ministro Pinotti ha ricordato che anche noi abbiamo i tribunali militari. Forse dimenticando che sono ridotti a contenitori semivuoti».

Martino Villosio- 25 novembre 2015
fonte: http://www.iltempo.it

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